Una tirata d'orecchie dalla Cassazione per i giudici d'appello che avevano tenuto l'udienza nonostante l'adesione allo sciopero del difensore

Se il difensore esercita legittimamente il diritto di astensione dalle udienze, ciò costituisce motivo per rinviare il procedimento penale anche nelle ipotesi in cui la partecipazione dell'avvocato è solo facoltativa (come nelle udienze camerali).

È quanto ricorda la Corte di Cassazione (con la sentenza n. 17688/15 depositata oggi) spiegando che "l'articolo 3 del codice di autoregolamentazione delle astensioni delle udienze degli avvocati non opera alcuna distinzione tra udienze cui il difensore deve partecipare in via obbligatoria ovvero facoltativa". Per questo, spiega la Corte, diversamente da quanto accade nelle ipotesi di illegittimo impedimento, in caso di astensione, va sempre disposto il rinvio.

Nella parte motiva della sentenza (qui sotto allegata) la Cassazione richiama una precedente pronuncia delle Sezioni Unite Penali secondo cui ciò che conta è che il diritto di astensione sia esercitato nel rispetto e nei limiti indicati dalla legge.


Con una tirata d'orecchie alla Corte d'appello di Ancona, la Cassazione ha così accolto il ricorso di un imputato che la Corte marchigiana aveva condannato a un anno e due mesi di carcere.

La corte territoriale, nonostante l'adesione allo sciopero del difensore, aveva deciso di celebrare in ogni caso l'udienza senza tenere conto dal principio enunciato dalle Sezioni Unite in base al quale l'esercizio del diritto di astensione costituisce motivo di rinvio anche nei casi in cui la presenza del difensore non è obbligatoria.


Qui sotto il testo integrale della sentenza.

Cassazione Civile, testo sentenza 17688/15

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