di Marina Crisafi - Chi non parte a razzo in un incrocio non appena scatta il semaforo verde scagli la prima pietra! Anche perché, tra l'altro, dietro, c'è sempre l'impaziente di turno che a un nanosecondo dal via libera se non si parte subito, comincia a farsi sentire. Bene, per la Cassazione non si fa! Bandite partenze e attraversamenti "veloci" degli incroci, perché quando c'è un semaforo, ha affermato la S.C. nella recente sentenza n. 14914/2015 (qui sotto allegata), ancorché verde, il conducente non è esonerato dall'obbligo di diligenza nella condotta di guida che "pur non potendo essere richiesta nel massimo, stante la situazione di affidamento generata dalle indicazioni semaforiche, deve tuttavia tradursi nella necessaria cautela riconducibile alla ordinaria prudenza ed alle concrete condizioni esistenti nell'incrocio".
Tradotto anche col verde bisogna andare piano. Se poi il veicolo è già in movimento, è onere dell'utente moderare la velocità in prossimità di un semaforo per l'eventualità "del tutto prevedibile" che scatti il giallo, e non si faccia in tempo a fermarsi.
Il tempo di durata della luce gialla, infatti, ha chiarito la Cassazione, riportandosi all'orientamento inaugurato lo scorso anno (cfr., tra le altre, sent. n. 18479/2014) e in linea con la risoluzione del Ministero dei Trasporti (n. 67906/2007), va individuato in tre secondi minimi, corrispondente al tempo di arresto di un veicolo che proceda ad una velocità non superiore ai 50 km/h.
Ciò significa che tutte le multe scattate con la luce gialla di durata superiore ai tre secondi sono valide (leggi "Multa legittima se il semaforo giallo dura oltre tre secondi. C'è il tempo per fermarsi").
Ma a prescindere dall'aspetto temporale, l'arresto del Palazzaccio mira a ricordare che di fronte a un semaforo, il conducente, anche se gode "del diritto di precedenza" non è mai esentato dall'obbligo di usare la dovuta attenzione" sia con la luce verde che, a fortiori, con quella gialla.
Cassazione sentenza n. 14914/2015