di Valeria Zeppilli - La firma digitale è quello strumento che consente di conferire valore legale ai documenti trasmessi in via telematica e che, in sostanza, sostituisce, nell'era digitale, la firma autografa apposta sui documenti cartacei.
Per conferire validità legale a un documento informatizzato, del resto, non sarebbe sufficiente la scannerizzazione di un documento cartaceo sottoscritto di pugno dall'autore: le moderne possibilità di modifica digitale delle immagini renderebbero sin troppo agevole la falsificazione delle firme.
- PCT e firma digitale
- Com'è generata una firma digitale
- La procedura per ottenere la firma digitale
- Come apporre la firma digitale
PCT e firma digitale
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Così la firma digitale diviene imprescindibile per espletare tutte le innumerevoli procedure che oggi possono o debbono essere compiute in via telematica, come, primo tra tutti, il processo civile telematico.
La firma digitale è contenuta (sotto forma di certificato) in una chiavetta Usb o in una smart card con chip (tale supporto viene definito token).
All'interno del supporto vi è anche un secondo certificato (di autenticazione) che serve ad associare il dispositivo a chi lo utilizza.
Com'è generata una firma digitale
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La firma digitale è generata attraverso l'utilizzo di una coppia di chiavi digitali asimmetriche, entrambe riconducibili in maniera esclusiva ad un solo soggetto.
La prima chiave è detta privata ed è conosciuta solo dal soggetto titolare della firma, che la utilizza per sottoscrivere il documento informatico.
L'altra chiave è detta pubblica ed è utilizzata per riconoscere la firma e verificarne l'autenticità, senza, tuttavia, permetterne la ricostruzione.
Questo sistema di crittografia a doppia chiave permette di rendere la firma digitale autentica, di assicurare l'integrità del documento dopo la sottoscrizione e di attribuire ad esso piena validità legale, senza che il sottoscrittore possa disconoscerlo.
La procedura per ottenere la firma digitale
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Per dotarsi di un kit di firma digitale, è necessario rivolgersi, spesso anche solo accedendo ai rispettivi siti web, ad una delle innumerevoli aziende che, in qualità anche di certificatori, offrono il servizio, come Aruba (Aruba Key), Giuffrè (Cliens) o Poste Italiane (postecert.poste.it/firma/).
Generalmente la firma digitale si presenta sotto forma di chiavetta USB o di Smart Card dotata di chip, formati tra i quali si può scegliere in base alle proprie esigenze.
Una volta effettuata la richiesta, bisogna seguire le semplici procedure previste dalle varie aziende che offrono un tal genere di servizio e attendere il recapito dello strumento di firma digitale.
Generalmente i kit offerti contengono anche il software necessario all'utilizzo della firma.
Nel caso in cui esso non venga fornito, è in ogni caso possibile procurarselo scaricandolo agevolmente da internet, ad esempio accedendo ai seguenti siti: DigiSigner o NitroReader. Ma la possibilità di apporre la firma digitale è offerta anche da Adobe Acrobat e Word.
Vedi anche Processo civile telematico: i primi passi e la raccolta di articoli in ordine cronologico
Come apporre la firma digitale
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Generalmente, e così anche per il processo civile telematico, il documento informatico che si vuole sottoscrivere digitalmente, va salvato in un formato cd. "statico", ovverosia che non contenga macroistruzioni o codici eseguibili che ne consentano la modifica da parte di terzi.
Il formato raccomandato, pertanto, è il pdf.
Di conseguenza, prima di firmare digitalmente un documento redatto in uno dei più diffusi formati non statici, come doc, xls o odt, è fondamentale convertirlo.
A questo punto è necessario caricare il file nell'apposito programma di sottoscrizione e cliccare sul tasto firma, presente in pressoché tutte le tipologie di schermate proposte.
Dopo aver inserito il pin assegnato e aver ricevuto conferma di esito positivo dell'operazione di firma, il nuovo documento, generato in p7m, sarà quello valido e pronto da inviare.
Vedi:
- La guida al Processo civile telematico
- Il codice dell'amministrazione digitale in PDF