di Marina Crisafi - I buoni pasto potranno essere usati cumulativamente, sia per fare la spesa al supermercato che per pagare una cena in pizzeria o in tutti gli esercizi (ristoranti, trattorie, bar, take away, ipermercati, ecc.) convenzionati.
A fare chiarezza su un dubbio che ha fatto agitare molti da un paio di mesi a questa parte, è l'Anseb, l'associazione nazionale delle società emettitrici di buoni pasto.
Prima di Anseb c'era già stato il fondamentale intervento di Altroconsumo, che ha ribadito come il buono pasto o ticket - titolo di pagamento dal valore predeterminato dal datore di lavoro, consegnato ai dipendenti quale servizio sostitutivo della mensa - "può essere utilizzato sia durante la pausa pranzo, come effettivo pagamento del pasto, oppure come valuta di pagamento per l'acquisto di prodotti alimentari presso tutti gli esercizi convenzionati con le società che li emettono", con gli stessi limiti sia se in forma cartacea (c.d. carnet) sia sotto forma di tessere elettroniche dotate di microchip.
La normativa, ha sottolineato l'associazione dei consumatori, "non è cambiata" e "non è vero - che - non sarà più possibile pagare la spesa al supermercato o la cena in pizzeria", come invece "alcune notizie degli ultimi giorni hanno fatto credere".
Ora arriva anche la conferma dell'Anseb, che in un comunicato diffuso in questi giorni (qui sotto allegato), ha chiarito come "non c'è nessun cambiamento di regole" riguardo all'utilizzo cumulato dei buoni.
Il buono pasto, di cui il 25% è in formato elettronico, rileva l'indagine condotta dal centro studi dell'associazione, "è tra i benefici più richiesti dai lavoratori", usato nel 70% dei casi in bar, gastronomie e ristoranti e, per il restante 30%, nella grande distribuzione".
Rinnegando le "informazioni parziali" circolate nelle scorse settimane, l'Anseb ha ritenuto doveroso chiarire che la legge di stabilità ha introdotto soltanto la novità della "detassazione" dei buoni pasto elettronici dal 1 luglio 2015, fino a 7 euro in luogo dei 5,29 previsti per i ticket cartacei, con l'intento di "sostenere la diffusione di questo supporto per modernizzare il mercato, permettere la digitalizzazione della rete degli esercenti, favorire rimborsi più veloci e offrire maggiore protezione dalla falsificazione dei buoni". Ma circa l'utilizzo cumulato dei buoni, la legge non dice nulla riguardo. L'uso "comunque anomalo sul piano strettamente legale, di più buoni nella stessa transazione, ovvero, più propriamente, la somma di più titoli oltre il valore economico medio di un pasto, - ha affermato l'associazione - è comunque un fenomeno residuale e non rappresenta una criticità del mercato".
Ciononostante - ha chiosato l'Anseb - si auspica un chiarimento interpretativo o normativo sulla materia, in modo che "questo strumento possa essere sempre più fruibile, comprensibile e utile tanto ai lavoratori quanto ai bar/ristoranti e ai supermercati".
Qui il comunicato dell'Anseb