di Marina Crisafi - Può sembrare inconcepibile, soprattutto dopo il riconoscimento degli animali come esseri senzienti e le recenti tutele emanate in materia, eppure anche Fido e Micio secondo la legge, possono essere "pignorati" e finire all'asta come un'automobile o un televisore alla stregua di qualsiasi altro bene.
Ma d'ora in poi, benché ciò non costituisse già sin d'ora una prassi, gli oltre 25 milioni di proprietari italiani e gli stessi animali domestici potranno dormire sonni più tranquilli.
La Commissione Ambiente del Senato, infatti, nell'ambito dell'esame del Collegato ambientale (ddl n. 1676 recante disposizioni per promuovere la green economy) ha approvato ieri l'emendamento del Governo al ddl collegato ambientale che sancisce l'impignorabilità degli animali domestici.
L'emendamento era stato presentato nel marzo scorso dal ministro della giustizia Andrea Orlando, con il favor del ministro dell'ambiente, a seguito della battaglia di civiltà portata avanti su più fronti per il superamento dell'attuale impostazione legislativa, attraverso uno schema giuridico assimilabile a quello dell'impignorabilità (cfr. art. 514 c.p.c.).
Secondo quanto previsto dal testo dell'emendamento saranno, dunque, impignorabili, "gli animali d'affezione o da compagnia tenuti presso la casa del debitore o negli altri luoghi a lui appartenenti, senza fini produttivi, alimentari o commerciali; gli animali impiegati ai fini terapeutici o di assistenza del debitore, del coniuge, del convivente o dei figli'.
La disposizione, che novella il testo dell'art. 514 c.p.c., diventerà efficace al termine dell'iter di approvazione parlamentare ancora in corso.