di Paolo M. Storani - Il Transatlantic Trade and Investment Partnership, in acronimo TTIP, è un accordo commerciale ancora top secret (perché mai?) che ufficialmente tende ad eliminare le barriere non tariffarie, i dazi doganali ed a uniformare i regolamenti tra continente americano ed Europa.
In realtà, si cela dietro questa macroscopica operazione di attacco architettata dagli USA (in sostanza un atto di guerra) un tranello che sconteranno le future generazioni di cittadini europei; e l'Italia è tra le nazioni che ha tutto da perdere: già i nostri agricoltori hanno perduto i consumatori, le imprese e i professionisti i clienti, le famiglie della classe media sono scivolate nella fascia di povertà e la disoccupazione è cresciuta all'inverosimile.
Si sta ora facendo leva sulla crisi economica per somministrare altre ricette micidiali del tipo di quelle della Troika (austerity) che, a titolo esemplificativo, affosseranno del tutto la tipicità e la diversità del made in Italy: non sapremo più la provenienza di un pomodoro all'apparenza Pachino, ma prodotto in Texas, di una forma di sembiante parmigiano stagionato in California o di un vino che pare barbaresco prodotto da un'azienda vitivinicola dell'Oklahoma.
Infatti, gli Stati Uniti non riconoscono la denominazione d'origine controllata o protetta DOC e neppure DOGC (denominazione d'origine controllata e garantita) e la IGP (l'indicazione geografica protetta).
Nessun produttore sarà più obbligato a specificare la provenienza di quel che pone in circolazione ed è destinato alla nostra tavola.
Gli Stati Uniti non pongono limiti agli OGM e le loro carni sono imbottite di ormoni e di additivi; le sostanze chimiche in genere la fanno da padrone in ogni tipo di cibo: ad esempio, vi sono particelle di vetro nelle barrette di cereali per accrescerne la croccantezza e la fragranza, conservandole a lungo.
Non parliamo, poi, del settore degli appalti pubblici.
Sarà veramente il far west!
Tutte le potentissime lobby degli States avranno accesso libero ad ogni appalto pubblico indetto nell'UE, annientando la piccola e media impresa e facendo scadere a livelli impensabili la qualità dei servizi, già periclitante, in una miscela esplosiva con corruttela politica e criminalità organizzata.
Sulla corruzione già siamo maestri insuperabili: i nostri politici sono di certo tra i più corrotti del pianeta.
Sulla mafia abbiamo già l'eccellenza mondiale: un export di cui andare davvero fieri.
L'ambiente sconterà ogni peccato in nome del profitto; saranno le grandi corporations a fissare i termini della tipologia di energia da adottare e sviluppare.
L'Italia potrebbe divenire l'hub mondiale anche per la sua conformazione e posizione geografica: le trivellazioni sono un assaggio.
Nessun divieto all'importazione di alimenti e additivi chimici tossici per la salute.
Farmaci: ancor più di quanto accade ora saranno le grandi aziende farmaceutiche a dettare legge in ogni campo della sperimentazione, stabilendo a tavolino ogni opzione futura.
I malati non sapranno più se la pasticca che stanno assumendo è stata sperimentata per sei mesi o dieci anni, imposti oggi in molte casistiche; finiremo per rimpiangere perfino la corruttela politica che regna nelle nostre ASUR.
Tutti i servizi pubblici saranno privatizzati.
Pertanto, non saranno più nostri ospedali, autostrade, scuole, risorse idriche (in barba ad uno straordinario referendum che ha visto la mobilitazione della nostra popolazione per opporsi a siffatte dilapidazioni di beni pubblici come l'acqua).
In buona sostanza, la nostra sovranità nazionale, già incrinata dalla demenziale rinuncia alle monete nazionali, sarà annientata dai TTIP.
Sarà consentito a un colosso privato di denunciare un governo per i mancati profitti derivanti da politiche sociali.
Un'arma di ricatto formidabile: esautorati i tribunali nazionali a vantaggio di organismi di dubbia imparzialità ed autonomia decisionale, in caso di controversie legali l'accordo prevede l'inclusione dell'Investor to State Dispute Settlements - in acronimo ISDS - che permetterà al colosso internazionale di denunciare un governo per i mancati profitti, come già ora la Philip Morris sta facendo con l'Uruguay dell'ex Presidente (il presidente che tutti gli onesti vorrebbero avere) Pepe Mujica e con l'Australia per le politiche restrittive del fumo, a tutela della salute della popolazione.
Tra salute, incolumità del cittadino, tutela dell'ambiente e profitto della grande azienda vincerà sempre il profitto.
I potentissimi studi legali statunitensi stanno già affilando le armi e citeranno le nostre nazioni europee per una campagna di allarme sui fagioli colmi di OGM: il Comune, la Regione, lo Stato verranno denunciati!
Le regole europee ora prevedono 143.000 controlli sulle sostanze chimiche.
Negli Stati Uniti i controlli sono - reggetevi forte - soltanto sei!
Infatti, il trattato mira anche ad abbattere le barriere non tariffarie, vale a dire i divieti che hanno sinora impedito l'importazione di carne agli ormoni, di pollo al cloro, gli ftalati (composti chimici aggiunti alle materie plastiche per renderle più flessibili) nei giocattoli dei bimbi, i residui di pesticidi nei cibi e moltissimi elementi tossici della catena alimentare.
Questo molto in sintesi e basandoci su considerazioni raccolte dai parlamentari europei del MoVimento Cinquestelle è lo scenario lugubre che ci attende.
Lo scenario che attende i nostri bambini, che in questo momento giocano lietamente: il tesoro più prezioso che possediamo.
Le future generazioni ci rimprovereranno di non aver fatto nulla per impedire tutto ciò.
Ho voluto dedicare proprio ai bambini di oggi questa denuncia con la fotina della news.
Ovviamente, come sempre avviene nelle discussioni che smuovono interessi di portata mondiale, del tipo olio di palma, troverete chi ne sostiene l'innocuità o addirittura l'utilità.
Per le multinazionali è più conveniente commissionare ricerche compiacenti pur di non porre in discussione un modello produttivo che gonfia a dismisura i profitti, a costo di ambiente e salute.
Si sospetta, ad esempio, che gli ftalati, presenti nei giocattoli, nei solventi per la casa e nei cosmetici, possano provocare aborti, anomalie nella riproduzione maschile, malformazioni.
Fatto sta che, ma guarda un po'!, alcuni ospedali stanno virando su prodotti privi di ftalati, in modo particolare nelle unità di terapia intensiva neonatale: del resto, vale il principio di cautela; perché mai correre rischi?
Da studioso e pratico di questioni giuridiche mi domando se ha ancora un senso parlare di democrazia, di giurisdizione, con buona pace dell'Atene del Quinto Secolo in poi, da Pericle a Tsipras, mirabilmente rispettoso del diritto di voto e di scelta dei concittadini (in Italia l'ultimo Primo Ministro eletto è stato, un'era fa, un certo Berlusconi!), ma umiliato dai supremi signori dei diktat non negoziabili.
Buona fortuna a tutti!
Avv. Paolo M. Storani