di Marina Crisafi - Se i figli cambiano università, trasferendosi lontani da casa, le spese aumentano, ma non l'assegno di mantenimento. A stabilirlo è la Cassazione, con l'ordinanza n. 439/2016, depositata oggi (qui sotto allegata), rigettando il ricorso di una madre che pretendeva un assegno più sostanzioso da parte dell'ex marito, in ragione del trasferimento di università da parte dei figli maggiorenni (dalla Puglia alle Marche).
Per gli Ermellini, infatti, pur essendo evidente l'incremento degli oneri per il loro mantenimento, ad essere decisiva è la constatazione che entrambi i ragazzi, maggiorenni, hanno dimostrato di poter incrementare le loro disponibilità finanziarie e di non gravare stabilmente ed esclusivamente sui contributi economici dei genitori divorziati.
Una infatti ha svolto attività lavorativa, seppur a tempo determinato, l'altro ha percepito una borsa di studio, per cui, l'incremento delle spese risulta compensato dalla sia pur saltuaria capacità reddituale degli stessi, idonea ad abbattere i costi di permanenza nella nuova sede universitaria.
Per cui, non essendo sopravvenuta alcuna circostanza idonea a giustificare la modifica dell'assegno, il contributo rimane immutato nella misura stabilita in sede di divorzio.
Cassazione, ordinanza n. 439/2016