di Marina Crisafi - Dirsi addio davanti al sindaco o a un ufficiale dello stato civile del comune è facile e costa soltanto 16 euro ma bisogna attendere almeno un anno! A denunciare il "paradosso" di una procedura nata per accorciare e semplificare i tempi per porre fine alla propria unione, è Repubblica (leggi: "Un anno in coda per dirsi addio, così si allunga il divorzio breve"), evidenziando le lungaggini esistenti da nord a sud.
Sette mesi a Torino, un anno a Genova per non parlare di Bari dove il primo appuntamento per separarsi in comune è per il prossimo Natale. Neanche a Milano va certo bene, con una lista di attesa di quasi 500 coppie e appuntamenti fissati per l'autunno. Più veloci invece Roma con 60 giorni di attesa per essere convocati, Napoli (solo 30 giorni) e Firenze (25 giorni).
Il problema? È lo stesso dappertutto. Un volta "scoperta" la formula facile e low cost le richieste sono aumentate a dismisura e gli uffici non ce la fanno a gestire il carico per mancanza di funzionari dedicati a questi compiti.
Nessuno si attendeva una tale affluenza e quindi non si è subito corsi ai ripari, cercando di organizzare meglio gli uffici comunali, ma come tutte le cose che funzionano, la procedura partita in sordina è stata apprezzata da un'infinità di coppie, di età media 30 e 60 anni, che hanno deciso di mettersi in fila al municipio per mettere la parola fine, consensualmente, al proprio rapporto.
La procedura, si ricorda, è stata introdotta con il c.d. decreto giustizia (n. 132/2014) ed è destinata alle coppie che decidono di separarsi o divorziare consensualmente, che non abbiano figli minori, disabili o maggiorenni non autosufficienti e, soprattutto, patrimoni da dividere. Ma a "peggiorare" le cose si è messa la legge sul divorzio breve (n. 55/2015) che avendo accorciato i tempi tra la separazione e il divorzio (per la consensuale ridotti da tre anni a 6 mesi), ha fatto crescere a dismisura il ricorso al comune.
Il risultato, però, è che dei due vantaggi della formula "fast & low cost" è rimasto solo il secondo. Svuotando le aule giudiziarie, infatti, si sono riempiti gli uffici comunali e i tempi per lasciarsi somigliano sempre più a quelli dei tribunali!
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