A lanciare la proposta di legge è il Friuli Venezia Giulia ma il modello è replicabile a livello nazionale

di Marina Crisafi - Un assegno mensile per i papà divorziati che si trovano in grave difficoltà. E una corsia privilegiata nelle graduatorie per gli alloggi. A prevederlo, come riportato dal quotidiano Il Piccolo, è una proposta di legge del Friuli Venezia Giulia, approdata in consiglio nei giorni scorsi. Una proposta regionale che costituisce senz'altro un modello replicabile a livello nazionale, dato che la categoria dei padri separati e divorziati rientra ormai, insieme a precari, licenziati e altre situazioni di disagio, nelle "nuove povertà".

Il testo, che ha come primo firmatario il consigliere regionale di autonomia responsabile, Giuseppe Sibau, nasce proprio dalla consapevolezza delle condizioni di estrema difficoltà economica (e non solo) in cui versano soprattutto i padri che si trovano ad affrontare procedimenti di separazione o di divorzio.

Secondo le statistiche, infatti, nel 90% dei casi, spiega al quotidiano di Trieste il consigliere, sono loro la parte "lesa", tenuta a versare assegni di mantenimento ai figli mediamente pari a 400 euro mensili, oltre ad essere costretti ad abbandonare la casa (che spesso viene assegnata all'ex moglie) e a cercarsi una nuova sistemazione.

Considerato che più della metà dei separati con figli minori, afferma Sibau "appartengono alla categoria di insegnanti, impiegati e operai con retribuzioni umili e che l'orientamento dei giudici è di fissare in 'un terzo dello stipendio' la somma che il marito deve versare per il mantenimento dei figli, è evidente che non soltanto le donne, ma anche gli uomini rischiano di trovarsi con problemi seri".

Da qui la proposta, che mira a garantire ai mariti in gravi condizioni di povertà un sostegno di natura economica "finalizzato - si legge nella premessa dell'articolato - al recupero e alla conservazione dell'autonomia e di un'esistenza". Ad essere prese in esame, inoltre, le politiche abitative aprendo la via ad interventi mirati nei confronti di chi non dispone più di un alloggio ed è destinatario di provvedimenti (anche provvisori) emessi dall'autorità giudiziaria. Su questo punto, peraltro, l'attenzione della regione è già molto alta e prevede una "riserva" nei bandi Ater a favore dei padri separati e divorziati che, considerati alla stessa stregua degli sfrattati, hanno diritto a punteggi molto più alti in graduatoria.


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