di Marina Crisafi - Non può dichiararsi lo stato di adottabilità di un bimbo se il padre, che non se ne era occupato in quanto detenuto, una volta scarcerato ha trovato un lavoro e ha affittato un alloggio modesto per potersene occupare. Lo ha stabilito la Cassazione, con la sentenza n. 9339/2016 depositata ieri (qui sotto allegata), dando ragione ad un padre, ex detenuto e single, che aveva fatto di tutto per non perdere i propri bambini, che il tribunale voleva dare in adozione in quanto lo riteneva, per via del suo passato, un padre non affidabile.
Benchè la detenzione non costituisca "impedimento oggettivo non imputabile rispetto alla mancata assistenza dei figli", ha sottolineato il Palazzaccio, ad essere valorizzato è pur sempre il principio secondo il quale l'adozione deve corrispondere all'extrema ratio.
E nella vicenda, che ha portato a respingere il ricorso del procuratore, gli Ermellini hanno voluto premiare gli "encomiabili sforzi" dell'uomo che appena uscito di prigione aveva fatto di tutto pur di non perdere i suoi bambini. L'aver trovato lavoro (in un'impresa di pulizie) e l'aver preso in affitto una casa, seppur modesta, dove vivere con i tre figli (abbandonati dalla madre) e la nuova compagna, giustificano infatti la "prognosi" favorevole alla prosecuzione del legame familiare.
Cassazione, sentenza n. 9339/2016• Foto: 123rf.com