Avv. Francesco Pandolfi - Per l'appartenente alle Forze Armate essere destinatari di una sanzione disciplinare non è proprio il massimo.
Ora: quando i presupposti della sanzione ci sono, nulla questio, ma quando la sanzione (sospensione dall'impiego per tre mesi) deriva da un procedimento che si scopre basato su prove incerte, dubbi e congetture, allora è il caso di reagire fermamente.
Una circostanza del genere a prima vista sembra inverosimile, eppure è una situazione capitata al ricorrente, il quale ha fatto valere le sue buone ragioni nella causa in commento, incassando una bella sentenza di accoglimento.
Il caso
Nella sentenza in commento (Tar Trieste n. 60/2016), il ricorrente critica in causa la sanzione disciplinare di sospensione dall'impiego per mesi tre, in quanto è stato segnalato come assuntore di stupefacenti: la segnalazione proviene da alcune intercettazioni telefoniche.
Gli esami di routine dicono però che non vi è traccia delle sostanze.
Nel suo ricorso il militare attacca l'operato dell'amministrazione, deducendo il travisamento dei fatti e la mancanza assoluta di prove e motivazione nel provvedimento adottato; sul fronte opposto il Ministero della Difesa resiste e contesta l'atto introduttivo della causa.
La decisione favorevole per il militare
Con la sentenza n. 60/2016 il Tar evidenza due importanti principi:
- Istruttoria e motivazione
E' vero che la condotta di un militare deve essere irreprensibile sempre e in ogni circostanza, ma proprio i rigidi binari entro i quali si muove tale condotta esigono che l'Amministrazione fondi le accuse su una solida istruttoria, motivando adeguatamente il proprio provvedimento.
Per questo i giudici hanno accolto il ricorso: i contenuti delle intercettazioni telefoniche non solo non sono stati seguiti da sviluppi penali, ma oltremodo sono apparsi assai vaghi.
Oltre a questo, la carriera del militare è specchiata: egli ha svolto sempre il proprio servizio in modo impeccabile ed ha pure partecipato ad operazioni di guerra.
- Il giusto procedimento
Il canone del giusto procedimento esige che se viene irrogata una sanzione disciplinare al militare, questa deve essere sorretta da prove, accertamenti rigorosi e ponderazione di tutti gli elementi della fattispecie: se ciò non avviene, il Ministero viola i principi di base in materia di sanzioni disciplinare e soccombe in causa.
Cosa fare in circostanze analoghe?
Ricorrere al Tar chiedendo l'annullamento del provvedimento in quanto illegittimo perché contiene errori sul fatto e in diritto, errori nella motivazione e in istruttoria.
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