di Lucia Izzo - Quando si è alla guida basta poco per tramutare il nervosismo in una reazione "verbalmente" violenta nei confronti degli altri utenti della strada. Non è affatto raro tra gli automobilisti rivolgersi epiteti e gesti inequivocabili: secondo un'indagine che Facile.it ha commissionato a mUp Research, il numero degli automobilisti coinvolti nelle liti su strada sfiora i 20,9 milioni, mentre chi ha discusso lo ha fatto mediamente per 2,5 volte facendo scaturire in totale quasi 51 milioni di litigi.
Basta poco per far scattare il gestaccio o la parolaccia e gli eventi che fanno spazientire sono tra i più disparati: per il 32% degli intervistati a far "scattare la scintilla" è il mancato rispetto della precedenza, oppure le manovre rischiose e pericolose messe in atto dagli altri utenti della strada, come rivela il 27% degli intervistati. Anche i pedoni imprudenti e distratti contribuiscono a spazientire gli automobilisti, magari attraversando la strada senza guardare, come indica il 25% del campione.
A queste cause scatenanti se ne aggiungono molte altre, ad esempio parcheggi in doppia fila o un veicolo che ostruisce la carreggiata, sorpasso a destra, insulti ricevuti, uso del clacson a sproposito e anche l'occupazione di un parcheggio per cui si era in attesa.
Una ricerca effettuata un paio d'anni fa dal Centro Studi e Documentazione Direct Line, la maggiore compagnia assicurativa online, ha chiesto direttamente agli italiani contro chi viene sfogato lo stress da volante e come si reagisce in caso di insulti.
Dall'indagine appare evidente come la tendenza comune sia quella di rivolgersi direttamente al conducente: il 67% degli intervistati rivela di essere stato oggetto diretto di insulti da parte di altri automobilisti, mentre un 28% evidenzia commenti rivolti a coloro che hanno concesso la patente ("ma chi ti ha dato la patente!") e un 11% conferma che anche mamme e sorelle sono spesso prese di mira dai guidatori arrabbiati.
Per quanto riguarda, invece, la risposta all'insulto, il 53% degli intervistati sostiene di reagire con indifferenza e non rispondere alle provocazioni, mentre il 47% rivela come sia difficile rimanere impassibili e sceglie di rispondere per le rime.
Ciononostante, è errato pensare che questo malcostume sia in realtà una pratica civile e tollerabile. Non di rado, infatti, l'insulto al volante ha raggiunto le aule dei Tribunali e addirittura quelle della Corte di Cassazione. Il reato ascritto all'insultatore è quello d'ingiuria, recentemente depenalizzato come illecito amministrativo, che tuttavia è idoneo a far scattare una sostanziosa multa a carico del colpevole.
Al'art. 4 del D.Lgs. 7/2016, il legislatore ha previsto che "Soggiace alla sanzione pecuniaria civile da euro cento a euro ottomila" chi "offende l'onore o il decoro di una persona presente".
Tuttavia, prosegue la legge "se le offese sono reciproche, il giudice può non applicare la sanzione pecuniaria civile ad uno o ad entrambi gli offensori" aggiungendo che non è sanzionabile chi ha commesso il fatto "nello stato d'ira determinato da un fatto ingiusto altrui, e subito dopo di esso".
Meglio fare attenzione quindi, cercando di mantenere la calma, perché un "vaffa" o un "dito medio" potrebbero costare davvero caro.