Avv. Francesco Pandolfi - Un militare chiede ma non ottiene il trasferimento definitivo. La storia delle sue domande, in sintesi, è questa. In un primo momento chiede ed ottiene un trasferimento temporaneo, visto che la moglie è colpita da sindrome ansioso depressiva dopo il parto ed ha la necessità di assistere due figli molto piccoli.
Dopo un po di tempo, chiede una proroga di questo trasferimento e la ottiene.
Siccome la salute della moglie va peggiorando ed arriva ad una sindrome depressiva ansiosa cronica stabile, chiede il trasferimento definitivo.
Nel frattempo insiste per un'altra proroga del trasferimento temporaneo.
Accade che il Comando respinge l'istanza per il trasferimento definitivo spiegandola con la carenza di organico e con il fatto che la moglie può essere seguita dai genitori e dai suoceri.
Il militare non ci sta ed inizia a difendersi, presentando una memoria e diversi documenti che parlano chiaro: i familiari non possono assistere la moglie, un figlio ha un'intolleranza alimentare, un altro ha problemi di linguaggio, c'è un mutuo di mezzo, ci sono le spese per le terapie della donna.
Insomma, una situazione complicata.
Arriva quindi al ricorso vero e proprio: qui è determinato a dare battaglia legale.
Cosa accade in tribunale
Le posizioni delle parti nella causa sono molto chiare.
Il militare ricorrente critica il provvedimento del Comando Generale che gli ha negato il trasferimento definitivo, affermando che non ha solide motivazioni.
L'Amministrazione resistente, come abbiamo visto, nega il trasferimento.
Nel farlo ignora però alcuni pareri favorevoli provenienti dal Comando provinciale, dal Comando Legione e dal Comandante della Compagnia, nei quali si valuta attentamente l'impatto del trasferimento sull'assetto degli organici.
Facendo questo commette un errore, che consente al Carabiniere ricorrente di avere la meglio su questo motivo di ricorso, mentre altre sue richieste vengono respinte.
La sentenza
Favorevole per il militare sul motivo di ricorso che abbiamo esaminato: in pratica quei "pareri", che meritavano di essere valutati, sono rimasti lettera morta.
Come comportarsi in casi simili
Non avere paura di fare causa all'amministrazione, se si hanno buone ragioni come le ha avute questo militare su quel motivo di ricorso.
Ricordarsi di esaminare per bene le motivazioni del diniego che proviene dall'amministrazione militare e, se non reggono, criticarle.
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