di Marina Crisafi - Accesso agli atti pubblici per tutti e gratis entro il 23 dicembre. Entro tale data, infatti, tutte le pubbliche amministrazioni (compresi gli ordini professionali, gli enti pubblici e le partecipate) dovranno adeguarsi agli obblighi di trasparenza stabiliti dal decreto legislativo n. 97/2016 che ha introdotto nel nostro ordinamento il Foia (Freedom of information act), ossia il diritto all'accesso agli atti pubblici generalizzato.
Il decreto, attuativo della riforma Madia, consente ai cittadini di richiedere non solo i dati e i documenti che gli enti sono obbligati a pubblicare in automatico (c.d. accesso civico semplice) ma altresì gli atti ulteriori rispetto a quelli oggetto dell'obbligo di pubblicazione (c.d. accesso generalizzato).
Ovviamente, tale diritto incontra dei limiti. Anzitutto, le p.a. potranno accettare soltanto le richieste di accesso formulate in modo preciso (ovvero a specifica documentazione) e non le istanze generiche inerenti ad un complesso di atti non individuati. È escluso inoltre che per esaudire alle richieste dei cittadini, gli enti siano tenuti a raccogliere informazioni che non si trovano già in loro possesso oppure a rielaborare i dati.
Altri limiti di accesso che legittimano il no della p.a. sono legati invece alla tutela di interessi pubblici (come il segreto di Stato, la sicurezza e l'ordine pubblico, ecc.) e privati (come la tutela dei dati personali, la segretezza della corrispondenza, ecc.).
Il no ai cittadini in ogni caso dovrà essere motivato.
Al fine di coadiuvare gli enti pubblici (e soprattutto i comuni) a sostenere questa rivoluzione di trasparenza, è stato predisposto dall'Anci un vademecum operativo contenente le linee guida, le istruzioni tecniche e soprattutto la modulistica da utilizzare da parte degli uffici e dei cittadini.
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