di Marina Crisafi - Va sospeso l'avvocato che deposita nella stessa udienza più atti di intervento per distinti crediti dello stesso soggetto che potevano essere riuniti in uno solo, aggravando così ingiustificatamente la posizione della controparte debitrice. Così si sono espresse le sezioni unite della Cassazione (nella sentenza n. 961/2017 qui sotto allegata), rigettando il ricorso di due legali nei confronti dei quali l'ordine forense aveva comminato la sanzione della sospensione dall'esercizio della professione per aver violato l'art. 49 del Codice Deontologico (ora art. 66 del NCDF).
Nella vicenda, i due avvocati erano ritenuti responsabili di aver aggravato la posizione debitoria del terzo nella procedura di pignoramento con iniziative giudiziarie plurime senza che ricorressero ragioni effettive di tutela della parte assistita.
Per gli Ermellini, la "stigmatizzazione" negativa della condotta dei professionisti da parte dell'ordine è corretta.
Nel ricordare la natura abusiva della parcellizzazione giudiziale del credito, le Sezioni unite infatti hanno ricordato che tale principio trova giustificazione "con il richiamo sia a regole di correttezza, buona fede e giusto processo per "inderogabili doveri di solidarietà" (art. 2 Cost.) da ritenersi violati quando il creditore aggravi ingiustificatamente la posizione del debitore ed eserciti l'azione in forme eccedenti, o devianti, rispetto alla tutela dell'interesse sostanziale, che segna il limite, oltreché la ragione dell'attribuzione, al suo titolare, della potestas agendi".
Cassazione, sezioni unite, n. 961/2017
• Foto: 123rf.com