di Valeria Zeppilli - Una delle più importanti novità del ddl sul processo penale, approvato nei giorni scorsi al Senato (leggi: "Riforma del processo penale: via libera dal Senato. Tutte le novità e il testo approvato"), e ora in attesa dell'avvio dell'esame alla Camera, che stenta a partire, complici le persistenti polemiche (che vedono gli avvocati in prima fila contro il testo licenziato) è la riforma delle intercettazioni e l'introduzione di un nuovo reato con la previsione della reclusione per chi registra le telefonate di nascosto e le diffonde a scopo fraudolento.
Pena sino a quattro anni di carcere
Il nuovo reato, più in particolare, è commesso da chi registra fraudolentemente delle conversazioni, anche telefoniche, svolte in propria presenza o effettua delle riprese audiovisive in maniera illecita e ne diffonde i risultati con il solo scopo di danneggiare l'altrui reputazione o l'altrui immagine.
Per tale fattispecie delittuosa il DDL di riforma del processo penale prevede delle pene molto severe, che possono arrivare sino a quattro anni di carcere per il colpevole.
Non sono comunque punibili coloro che utilizzano tali registrazioni per esercitare il diritto di difesa o il diritto di cronaca né coloro che se ne servono nell'ambito di un procedimento amministrativo o giudiziario.
Le novità in materia di intercettazioni
Il DDL, in ogni caso, si occupa di intercettazioni in lungo e largo, non limitandosi a questa specifica disposizione ma delegando al Governo una completa revisione del relativo regime giuridico.
Sono ad esempio previste diverse misure volte a garantire la riservatezza dei cittadini, in particolare di coloro che sono estranei ai fatti per i quali si procede ma che sono stati coinvolti occasionalmente da intercettazioni; si introduce, poi, la possibilità di utilizzare i trojan con comando attivato da remoto quale strumento di indagine; infine, si punta al risparmio dei costi di circa il 50%.
In allegato il testo del DDL.
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