di Gabriella Lax - Multe per chi fa pipì in strada fino a 10mila euro. Il primo episodio, qualche settimana fa, ha fatto il giro d'Italia: un diciannovenne, sorpreso dai carabinieri a fare pipì nei vicoli del centro storico aveva ricevuto una multa da 10mila euro: il padre, dopo avere pagato oltre tremila euro grazie alla misura ridotta, si era lamentato dell'entità della sanzione.
La "guerra" dei comuni a chi fa pipì per strada
Ma non è stato l'unico cosa poichè il capoluogo ligure ha messo in atto una vera guerra contro chi fa pipì senza ritegno. Altre due multe
sono arrivate a un ventenne dell'Ecuador che, ubriaco, è stato sorpreso poco prima delle 19 di domenica a fare pipì vicino alla fontana di piazza De Ferrari. Identificato dalla polizia, ha ricevuto una multa da cinquemila euro per atti contrari alla pubblica decenza e ubriachezza molesta. E ad un ventiquattrenne colombiano è andata peggio: ha fatto pipì tra due vetture parcheggiate in via Dattilo, nel quartiere di Sampierdarena, oltre alla sanzione fino a diecimila euro (che può scendere a tremila se pagata entro 60 giorni) ha ricevuto una segnalazione poiché privo di regolare permesso di soggiorno per restare in Italia. Si aggiunga l'ironica forma di prevenzione messa in atto a Rapallo: c'è un cartello affisso in pieno centro da mesi in vico dell'Amore: chi fa pipì sotto il cielo rischia di vedere la sua performance direttamente su You Tube. Chissà se questa forma (vera o falsa) di dissuasione possa funzionare.
Far pipì in strada non è (più) reato
Le notizie dei fatti avvenuti a Genova stanno facendo il giro del Paese. Si ricorda tuttavia che fare la pipì in strada non è più reato, grazie alla recente operazione di depenalizzazione del Governo, entrata in vigore il 6 febbraio dello scorso anno.
Secondo il novellato articolo 726 del codice penale, "chiunque, in un luogo pubblico o aperto o esposto al pubblico, compie atti contrari alla pubblica decenza" non sarà più punito con l'arresto fino a un mese o con l'ammenda da dieci a 206 euro, bensì sarà soggetto soltanto ad una sanzione amministrativa pecuniaria, che, tuttavia, si rivela piuttosto pesante oscillando da un minimo di 5mila ad un massimo di 10mila euro.
Resta però inalterata la ratio dell'ex reato, che ravvisa atti contrari alla pubblica decenza in tutte le condotte che si pongono "in spregio ai criteri di convivenza e di decoro che debbono essere osservati nei rapporti tra i consociati, provocando in questi ultimi disgusto o disapprovazione". Ciò a prescindere, dalla circostanza che i gesti contrari alla pubblica decenza siano stati effettivamente percepiti da qualcuno, essendo sufficiente la stessa possibilità che possano essere percepiti.
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