Procura liti: conta il contesto dell'atto
Con la sentenza numero 10937/2017 qui sotto allegata, infatti, la Corte di cassazione ha chiarito che una simile circostanza non è idonea a giustificare l'eccezione di difetto di rilascio della procura da parte del legale rappresentante in proprio. La sottoscrizione, piuttosto, si deve reputare apposta anche in detta qualità.
Per i giudici, del resto, la procura alla lite va necessariamente interpretata in relazione al contesto dell'atto cui accede e senza dimenticare né il principio emergente dal terzo comma dell'articolo 156 del codice di procedura civile, ovverosia quello della c.d. idoneità dell'atto processuale inosservante delle forme al raggiungimento dello scopo, né gli ordinari criteri di interpretazione del tenore della procura conferita in calce alla luce delle risultanze dell'intestazione del ricorso.
La vicenda
Nel caso di specie era avvenuto proprio ciò: la procura non indicava espressamente chi la faceva ed era seguita solo dal timbro della società con la sigla del legale rappresentante.
Alla luce di quanto visto quindi, posto che nell'intestazione del ricorso, dopo che erano stati individuati come ricorrenti sia la società che il suo legale rappresentante in proprio, si diceva espressamente che entrambi erano rappresentati e difesi dal legale che sottoscriveva l'atto in virtù di procura in calce allo stesso, per la Corte di cassazione non c'è alcun dubbio circa la riferibilità del ricorso a entrambi.
Corte di cassazione testo sentenza numero 10937/2017• Foto: 123rf.com