di Valeria Zeppilli - L'ordinanza numero 5883/2018 della Corte di cassazione (qui sotto allegata) ha decretato che i figli che cambiano sesso possono avere diritto a essere mantenuti dai genitori per più tempo rispetto ai figli che non hanno problemi di identità sessuale.
Maggiore vulnerabilità
Per i giudici, il giovane che affronta un processo di adeguamento della propria identità di genere può infatti trovarsi frequentemente in una situazione di vulnerabilità e di difficoltà psicologica e relazionale che può avere ricadute importanti e significative sul suo inserimento sociale e lavorativo e, di conseguenza, sull'acquisizione di un'indipendenza economica dai genitori.
Tre anni per trovare un lavoro
Tuttavia ciò non vuol dire che il mantenimento possa andare avanti all'infinito: decorso qualche tempo da quando si è concluso l'iter di adeguamento dei caratteri sessuali, l'assegno può essere revocato in assenza di specifiche deduzioni circa il permanere della vulnerabilità psicologica e sociale e delle sue conseguenze nella ricerca di un lavoro.
Nel caso di specie, mancando tali deduzioni, essendo trascorsi oltre tre anni dal cambio di sesso e avendo il figlio raggiunto i trent'anni di età, i giudici non hanno più ritenuto giustificato il mantenimento e hanno quindi accolto il ricorso del padre che chiedeva di essere esonerato dal versamento periodico dell'assegno al giovane.
Corte di cassazione testo ordinanza numero 5883/2018• Foto: 123rf.com