Ce lo ricorda la Corte di Cassazione con la sentenza 23640/2014. Ma si tratta solo di quei casi in cui la mancanza della motivazione si riferisce a questioni di diritto e non di fatto.
In tal caso l'omessa motivazione "deve ritenersi irrilevante, ai fini della cassazione della sentenza, qualora il giudice del merito sia comunque pervenuto ad un'esatta soluzione del problema giuridico sottoposto al suo esame".
I giudici di legittimità hanno richiamato in proposito un precedente della stessa Corte (sentenza n. 28663/2013) in cui la parte ricorrente aveva chiesto, innanzi al tribunale, l'accoglimento di talune domande di accertamento della nullità di un contratto di mutuo, della costituzione di un'ipoteca e di una fideiussione. In quel caso il giudice aveva considerato assorbite alcune argomentazioni, in una che aveva considerato, invece, dirimente.
Attenzione però: tutto questo non deve legittimare decisioni frettolose o motivazioni inconsistenti o solo apparenti. Nel precedente citato dalla Cassazione la stessa Corte aveva richiamato l'attenzione sulla necessità che i giudici adottino sempre motivazioni adeguate rimarcando il fatto che "la carenza nell'impianto motivazionale della sentenza di alcuno dei momenti logici necessari configura un vulnus al principio generale secondo cui tutti i provvedimenti giurisdizionali debbono essere motivati, ai sensi dell'art. 111, sesto comma, Cost.".
Gli Ermellini, all'epoca, fecero già notare come "una motivazione inesistente o radicalmente inidonea a lasciar comprendere il procedimento logico-giuridico della decisione integra la violazione dell'art. 132, secondo comma, n. 4, c.p.c.: la sentenza è nulla, se risulta mancante dell'esposizione dei motivi sui quali la decisione si fonda, ovvero la motivazione sia solo apparente, perché non idonea a rivelare la ratio decidendi, onde ne resta impedito ogni controllo sul percorso logico-argomentativo seguito per la formazione del convincimento del giudice".
Testo Sentenza Cassazione n.23640/2014Testo del precedente menzionato dalla Corte (Sentenza n.28663/2014)