Il PM Riccardo Fuzio aveva, invece, concluso per il rigetto del ricorso per cassazione.
Quello che segue è il primissimo commento a caldo che ha inviato a LIA Law In Action il caro Amico e Collega Avv. Gino Michele Domenico Arnone, che ringraziamo sentitamente.
Ne seguirà di certo, tra qualche giorno, un altro più approfondito: per il momento era, però, importante dare la notizia ai nostri affezionati visitatori e permettere loro di consultare il ricchissimo argomentare del S.C., riportato nel sottostante allegato.
Buona lettura e buona Pasqua!
Avv. Gino Michele Domenico Arnone - Con una storica sentenza (n. 6243 del 27.3.2015) la S.C. di Cassazione ha condannato la ASL Torino 4 a risarcire i danni ad un paziente per un fatto che risale a diciassette anni fa: un sessantenne di Chivasso si sentì male a casa ma il medico di base chiamato immediatamente dalla moglie lo visitò solo il giorno dopo sbagliando la diagnosi.
A causa dell'omissione prima e della negligenza ed imperizia poi l'uomo fu colpito da un'ischemia con danni irreparabili che non gli consentirono mai più di tornare a casa.
I familiari fecero causa al medico di base ma anche all'Asl, che la Cassazione - ribaltando i precedenti giudizi di merito - ha ritenuto (per la prima volta) responsabile e che è stata pertanto condannata a risarcire il danno, accogliendo così l'innovativo teorema difensivo proposto dai legali del paziente di Chivasso.
Il principio di diritto affermato dalla Cassazione, in risposta allo speculare quesito proposto dai difensori delle vittima, ha quindi affermato che l'ASL è responsabile civilmente, ai sensi dell'art. 1218 c.c., del fatto illecito che il medico convenzionato per l'assistenza medico-generica, abbia commesso in esecuzione della prestazione medico curativa, nei limiti in cui la stessa è assicurata e garantita dal Servizio Sanitario Nazionale in base ai livelli stabiliti secondo la legge.
La tesi difensiva, accolta in tota re perspecta, ha finito per riscrivere totalmente i rapporti tra il sistema sanitario e i medici di famiglia, finora sostanzialmente considerati alla stregua di liberi professionisti e come tali esclusivamente responsabili per gli errori commessi nei rispettivi ambiti professionali.
Avv. Gino Michele Domenico Arnone
Cassazione Civile, testo sentenza 6243/2015