La giustizia nel pallone
PENSIERI DIETRO GLI OCCHIALI DA SOLE (pensieri semiseri sotto il solleone)
Nel turbinio del calciomercato (di cui ben conosco l'inizio, perché tutto d'un tratto in casa vedo apparire copie di Tuttosport e la Gazzetta) non posso ignorare una vicenda che per una digiuna di calcio e di giustizia come la sottoscritta è ai limiti dell'assurdo. Parlo naturalmente della vicenda toccata a Conte, l'allenatore della Juventus (che presumo solo qualche lettrice non sappia chi sia). Non entro in merito alle tifoserie, so che a molti la vecchia signora non è simpatica, ma traggo spunto solo per qualche riflessione su come in Italia alcune organizzazioni vivano realmente di vita (e di legge) propria. E tra queste, oltre alla mafia, c'è appunto il calcio (che non a caso spesso è associato alla prima). Il calcio è un'industria fiorente nel nostro paese, anche se molte società ultimamente non se la passano proprio bene. Ma chissà, potrebbero passare di qua degli sceicchi a investire ed acquisire società, come già hanno fatto in Francia con il Paris Saint Germain (e da noi con Valentino e Porto Rotondo, non proprio la stessa cosa lo so ma è pur sempre un inizio).
Io nemmeno lo sapevo che esistesse una giustizia sportiva e tantomeno che questa giustizia fosse totalmente autogestita, leggi create ad hoc per regolamentare un mondo fatto di investimenti, di passaggi societari, di sospensioni per indisciplinatezza e spesso anche di truffe. Come quelle che purtroppo molti giocatori o arbitri realizzano per "arrotondare" i propri compensi, vendendo una partita. Di per sé mi pare una missione impossibile (escludendo forse il caso degli arbitri), come si può pilotare un risultato quando decine di persone sono coinvolte? Mmh, forse sì si può. Milioni di italiani sono regolarmente e costantemente truffati, in un certo senso, da aumenti iniqui e spropositati (leggasi: rincari della benzina).
E proprio di truffa e partite pilotate si parla nel caso di Conte. Non è certamente questo a sconvolgermi, ci mancherebbe, ormai mi aspetto di tutto da tutti. Men che meno voglio inneggiare allo spirito sportivo che dovrebbe pervadere qualsiasi evento, quelli calcistici inclusi, in un delirio buonista post-olimpico. Mi ha solo amareggiato il modo in cui la vicenda è stata gestita dalle autorità competenti, che poi non necessariamente sono professionisti della giurisprudenza.
Per farla breve, e di nuovo ad uso e consumo delle lettrici più che non dei lettori, Conte è stato sospeso ufficialmente per dieci mesi dall'attività di allenatore della Juventus per delle dichiarazioni fatte da un ex-giocatore. Il quale ha sostenuto (e continua a farlo) che il mister avesse venduto delle partite, coinvolgendo alcuni giocatori per poter mettere in atto il piano truffaldino. Ohibò. Peccato che tutti gli altri giocatori della squadra abbiano contraddetto il compagno e sostenuto Conte. In un ambiente normale tutto ciò si sarebbe concluso con una bella denuncia per diffamazione (da parte di Conte, of course!) e tutto come prima. Nel calcio no (però ora che ci ripenso nemmeno nella reale realtà ciò sempre accade!). Purtroppo interessi e varie ed eventuali (leggasi: molti soldi) hanno spinto verso una decisione che appare ingiusta. O se non altro molto frettolosa rispetto a quelli che sono i tempi richiesti per un equo giudizio (ho detto equo, non effettivo).
Certo non ci sarà detenzione ma solo sospensione, ma l'amaro resta comunque. Anche se va detto che il mister non è stato scaricato dalla società, ed ufficiosamente continuerà ad allenare i suoi. Però resta il fatto che la faccenda è l'ennesima dimostrazione che da noi possano tranquillamente proliferare le terre di nessuno, dove le leggi le fanno i più forti, o peggio i più prepotenti. A me però appaiono un po' troppo fuori dal mondo e non possono essere un modello di riferimento per nessuno. Invece molti giovani, e non solo quelli, percepiscono proprio attraverso queste non-realtà, una visione della giustizia tutta distorta.
Per carità ognuno può crearsi le leggi che vuole, ma che almeno abbiano buon senso e rispettino le norme vigenti (anche se non proprio tutte sono perfette, si sa), o almeno abbiano rispetto della dignità individuale. Altrimenti si finisce, non solo a sentirsi ma anche ad essere beffati oltre che danneggiati. Come è mai possibile che non si possano applicare leggi del codice civile o penale all'interno di una organizzazione sportiva?
E che cavolo, non stiamo mica parlando del Senato o del Vaticano!
Data: 26/08/2012 09:00:00Autore: Barbara LG Sordi