I 5 elementi del consenso informato Carlo Pisaniello - 17/12/24  |  Il licenziamento del lavoratore a seguito di un controllo occulto e la privacy Andrea Pedicone - 24/11/24  |  La scienza smascherata United Lawyers for Freedom – ALI Avvocati Liberi - 21/06/23  |  Compiti a casa: i docenti devono usare il registro elettronico  Redazione - 12/04/23  |  Annullate multe over50: la prima sentenza United Lawyers for Freedom – ALI Avvocati Liberi - 26/03/23  |  

FIAT-ful: il serial infinito



Che Marchionne non sia Ridge di Beautiful è più che lampante, però è indubbia la sua presenza scenica, con o senza barba. Oltretutto la trama da soap opera (infinita) c'è veramente tutta: aziende in crisi, soldi in fuga all'estero, rampolli ricchi e molto alternativi, giochi di potere e, dulcis in fundo, la scaramuche con l'imprenditore nel settore moda (mai coincidenza fu più perfetta).Tutto al posto giusto per poter diventare un vero e proprio tormento(ne). Ma quel che più ci piace sono i toni usati e le parole scelte, dialoghi di rara raffinatezza: "alla Fiat i manager sono tutti improvvisati", "la smetta di rompere le scatole. Non parliamo di gente che fa borse, io faccio autovetture".

Sembra quai una bella messinscena giostrata magistralmente per farci dimenticare, o non notare, alcune cosucce interessanti sulla nostra azienda automobilistica. Quell'azienda che il Governo teme possa darsela a gambe, come lo stesso Della Valle ha più volte esplicitamente ribadito nei suoi botta&risposta con Marchionne, lasciando per strada migliaia di operai. Quel che forse più dispiace è sentire l'amministratore delegato di Fiat attaccare lo Stato. Noi cittadini avremmo d'obbligo farlo per tutto quel che ci sta togliendo, ma Fiat è realmente nella condizione di farlo?

Ribattere Passera, rimarcando che Fiat non investe, e non cresce, in Italia e in Europa per colpa dello Stato, ha un non so che di vagamente ricattatorio. Una domanda. Da quando Fiat è azienda a partecipazione statale? Siete al corrente di spartizioni di utili tra pubblico e privato? Accusare lo Stato di NON aiutare l'azienda è forse un po' troppo offensivo per chi ha un'azienda e NON riceve proprio nulla dalla Stato. Ma anche per coloro i quali, impiegati, pensionati, liberi professionisti e persino disoccupati, oltre a NON ricevere nulla dallo Stato devono pure dare MOLTO allo stesso. Per colmare debiti su debiti, gentilmente causati anche dai tanti soldi versati per aiutare la nostra azienda automobilistica. Dove "nostra" non ha alcun valore per eventuali divisioni di utili, naturalmente.

Risulta che negli anni, dal 1977 più precisamente, Fiat abbia ricevuto qualcosa come 7,6 miliardi di sussidi dallo Stato e ne abbia restituiti, sotto forma di investimenti nelle sue aziende (non restituendo materialmente la cifra), 6,2. Uno sbilancio di 1,4 miliardi che forse Marchionne e il giovane Elkann non riescono a rammentare. Quindi, in cosa ha mancato lo Stato (grazie ai nostri contributi) nei confronti di Fiat? Concedendo forse soldi a perdere, non prestiti come gli Usa di Obama? Soldi che, di fronte a tante altre realtà aziendali che faticano a sopravvivere, potevano andare a qualcun altro, se non altro più riconoscente. Oppure starsene in cassa, così ne avremmo dovuti tirare fuori un po' meno noi.

Anche il discorso "estero=aiuti=crescita certa" non funziona. La risposta data a Passera sull'ottima salute della Fiat in Brasile grazie ad un Governo "aperto" (di portafoglio) non convince fino in fondo. Infatti anche lo stabilimento di Tichy è stato in parte finanziato dal Governo di Varsavia, eppure fatica a decollare, con una produzione quasi dimezzata rispetto al 2009 (347mila unità contro 588mila). Stesso discorso per lo stabilimento serbo di Kragujevac, rifinanziato recentemente dalla Bei con 500 milioni di euro, e destinato a passare da 27 mila unità di quest'anno alle 128mila del prossimo anno. Il tutto, se le produzioni dei nuovi modelli di 500 resteranno qui, e non migreranno, come in molti temono, verso gli Stati Uniti. Alla luce di ciò non c'è corrispondenza, ed automatico riscontro, tra aiuti e crescita. Forse Monti, da economista non liberista (come Marchionne invece è) potrebbe aver finalmente percepito le reali intenzioni del management Fiat.

Data: 27/09/2012 10:30:00
Autore: Barbara LG Sordi