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Animali: se la coppia scoppia chi tiene il cane?



Lasciando alle spalle (per oggi almeno) le mie monotone invettive contro lo stato attuale dell'economia italiana, affronto con piacere una notizia che coinvolge i nostri fidati compagni a quattro zampe.Molto spesso più fedeli e disinteressati di qualsiasi altro familiare umanoide, che sia esso partner o figlio/a.

È stata presentata pochi giorni fa una proposta di legge dalla solita paladina animalista, nonché deputata Pdl (per fortuna della popolazione animale, e relativi proprietari) Annamaria Brambilla, accompagnata questa volta da Giuseppina Castiello, anche lei pidiellina, che colmerebbe un buco nella gestione delle separazioni: l'affido dell'animale di affezione.Sembra un assurdo, ma in realtà sono parecchi i casi di separazione in cui gli ex finiscono col contendersi cani o gatti, un tempo gestiti insieme. E ad oggi, laddove non ci siano stati accordi comuni presi dai due ex, i giudici hanno dovuto fare affidamento sul buonsenso dei separandi, piuttosto che sul proprio. La legge proposta andrebbe proprio a colmare questa vuoto normativo, rendendo così (forse) più semplice la decisione in merito all'affidamento di un eventuale animale. Decisione che spetterebbe naturalmente al giudice in caso di mancato accordo, ma che sarebbe a questo punto giuridicamente regolata. Così infatti si legge nella proposta: "il tribunale, in mancanza di un accordo tra le parti, a prescindere dal regime di separazione o di comunione dei beni e a quanto risultante dai documenti anagrafici dell'animale, sentiti i coniugi, la prole, se presente, e, se del caso, esperti del comportamento animale, attribuisce l'affido esclusivo o condiviso dell'animale alla parte in grado di garantirne il maggior benessere".E inoltre: "In caso di affido condiviso, salvo diversi accordi liberamente sottoscritti dalle parti, ciascuno dei detentori provvede al mantenimento dell'animale da compagnia in misura proporzionale al proprio reddito. In caso di affido esclusivo il mantenimento è a carico del detentore affidatario".

Insomma gli animali sarebbero "gestiti" nelle separazioni alla stregua dei figli, il che sono certa farà infuriare chi gli animali non li vorrebbe nemmeno stampati in un libro. Ma tant'è. Per fortuna c'é chi come la deputata più rossa che ci sia gli animali li considera al nostro pari, e da anni si batte perché siano rispettati e difesi. E pazienza se in passato alcune sue uscite (non inerenti gli animali) non sono state al pari: la signora sta dimostrando di essere un nuovo tassello fondamentale per poter sperare in qualche cambiamento nella gestione dei quattrozampe nel nostro Paese.

Ricordiamo ai lettori che già la nona Sezione Civile del Tribunale di Milano, con il decreto 13 marzo 2013, aveva stabilito che : "L'animale non può essere più collocato nell'area semantica concettuale delle 'cose' dovendo essere riconosciuto come 'essere senziente'. Non essendo l'animale una 'cosa', bensì un essere senziente, è legittima facoltà dei coniugi (in sede di separazione) quella di regolarne la permanenza presso l'una o l'altra abitazione e le modalità che ciascuno dei proprietari deve seguire per il mantenimento dello stesso". Data: 24/09/2013 11:40:00
Autore: Barbara LG Sordi