La condanna puo' essere annullata ma lo stigma rimane
Di Laura Tirloni - E'una triste realtà: gli errori giudiziari sono piuttosto comuni e personeche sono prima condannate possono ritrovarsi successivamente assolteo viceversa. Uno studio canadese (Kimberley Clow e Amy-maggio Leach) ha cercato di valutarelostigma nei confronti delle persone erroneamente condannate, le quali,anche una volta assolte, continuano ad essere interessate dapregiudizi sociali, come se su di loro continuasse ad aleggiare il sospetto. Lostudio ha coinvolto 86 studenti di psicologia che si sono confrontaticon 3 gruppi di persone: il primo composto da soggetti ingiustamentecondannati per un delitto; il secondo da individui condannati, aragione, per il crimine che avevano commesso e l'ultimo da persone ingenerale. Glistudenti hanno mostrato atteggiamenti negativi nei confronti dellepersone erroneamente condannate, valutandole in modo simile aisoggetti realmente colpevoli. Benché gli studenti desiderasseroridurre la distanza sociale nei confronti di tali soggetti, questi hannotuttavia mostrato una maggiore diffidenza nei loro confronti rispettoalle persone in generale. Epur essendosi, a parole, espressi a loro favore, mostrando pietà perl'ingiustizia subita, ciò non si è tradotto in un reale sostegno intermini di assistenza (aiuto per l'alloggio o per la reintegrazionelavorativa).Al contrario, si sono mostrati più disponibili a fornire aiuto allepersone in generale. E'possibile che gli studenti abbiano mantenuto la convinzione generaleche le persone ingiustamente condannate potessero essere colpevoli dialtri reati oppure moralmente contaminati dall'esperienza dellacarcerazione.
Unesempio emblematico è quello del caso di Kirk Bloodsworth, avvenutonel 1993. Dopo circa nove anni trascorsi ingiustamente in carcere,Bloodsworth fu totalmente scagionato, grazie al test del DNAche dimostrò la sua totale estraneità rispetto alle pesanti accuse distupro e omicidio di una bambina di nove anni. Nonostante ciò,invece di essere accolto dalla società come una vittima dellagiustizia, Bloodsworth continuò di fatto ad essere screditato,trovando scritte diffamatorie (“assassinodi bambini“)sul suo camion.
Tali vicende e gli studi che si sono occupati del fenomeno ci devono chiaramente far riflettere sullapesante responsabilità di emettere una sentenza di colpevolezza inmancanza di prove inequivocabili, questo perché, anche a fronte diun successivo ricorso e di un'eventuale assoluzione, la personaingiustamente condannata rischia di rimanere stigmatizzata per tutta la vita.
Data: 14/04/2014 12:30:00
Autore: Laura Tirloni