E se fosse tutto un complotto?
Di Laura Tirloni - Siamodavvero atterrati sulla Luna? E se Marilyn Monroe non si fosse toltala vita ma fosse stata eliminata dai servizi segreti americani? Sel'attentato alle Torri Gemelle dell'11 Settembre fosse statoarchitettato dallo stesso governo americano? E se la morte dellaprincipessa Diana non fosse stata un semplice incidente? Siamoproprio sicuri che la cura per il cancro non sia in realtà giàstata inventata?
Spesso,di fronte ad eventi socialmente rilevanti, nell'opinione pubblicapossono nascere credenze in scenari alternativi poco rassicuranti, lecosiddette Teoriedel Complotto, ossia tentatividi spiegare la causa di un evento significativo come direttaconseguenza di una macchinazione da parte di un gruppo segreto,costituito da individui che detengono il potere al di sopra dellemasse(McCauley e Jacques, 1979). Bisognaa questo proposito chiarire che nontutte le teorie cospirazioniste sono ideazioni folli a priori e,infatti, alcune di queste sono state in ultimaanalisi verificate, pensiamo allo scandalo del Watergate cheinteressò il Presidente Nixon. Tuttavia, molte delle più comuniteorie del complotto ad oggi in circolazione, non sono state ancoraprovate ed è per questo che approfondirne l'origine ha un certovalore scientifico. Lericerche che si sono occupate del fenomeno hanno messo in luce che lapopolarità di tali credenze è aumentata negli ultimi anni,probabilmente grazie al crescente sviluppo dei mass media e allaconseguente facilità di diffusione dei contenuti su internet.(Coady,2006).
Inuno studio del 2011 di Douglas e Sutton, viene avanzata l'ipotesisecondo cui l'approvazionedelle teorie del complotto da parte dell'individuo dipenda dalladisposizione alla cospirazione da parte del soggetto stesso. Pereventi ad alto impatto emotivo, come importanti catastrofi a livellointernazionale o la morte di celebrità, le persone in generale, nonavendo accesso diretto ai fatti, devono affidarsi alle informazioniprovenienti dalle più svariate fonti mediatiche, che tuttavia, sonospesso discordanti e creano confusione. In situazioni chiaramenteambigue, il soggetto può fare appello al meccanismo psicologicodella “proiezione” (Ames, 2004), attraverso il quale sentimenti,pensieri, bisogni o tendenze all'azione propri dell'individuosono inconsciamente attribuite ad altri soggetti. Il primo adescrivere questo meccanismo fu proprio Freud, che mise in luce latendenzadegli individui a liberarsi da desideri e motivazioni socialmentesconvenienti, proiettandole su qualcuno di esterno al Sé. Le persone utilizzerebbero la proiezione per capire ciò che glialtri potrebbero aver fatto in una data situazione, basandosi susentimenti o motivazioni personali. In altri termini, chiaffermerebbe “sì, se fossi al loro posto lo farei”, ètendenzialmente portato a pensare “sì, di sicuro l'hanno fatto”.
Data: 18/04/2014 10:00:00Autore: Laura Tirloni