Riforma 'carceri': limitare il ricorso alla custodia carceraria
Introdurre maggiori e più stringenti vincoli alla custodia cautelare in carcere. Questo è stato il leitmotiv della discussione tenutasi l'altroieri in Parlamentointorno alla riforma “carceri”, che – approvata in terza lettura dalla Camera –torna adesso ai Senatori per l'approvazione di alcune piccole correzioni.
L'intento principale è quello di abbattere ilnumero dei detenuti in attesa di giudizio – ad oggi poco meno di 19.000 su untotale di circa 54.000 carcerati; ma, come sottolineato da Anna Rossomando (Pd)- relatrice del provvedimento, la riforma mira anche a restituire alla custodiacarceraria la sua originaria funzione cautelare, scollegandola dall'idea – ormai fortemente radicatanell'opinione comune – che essa costituisca una sorta di anticipo di pena. Aquesto scopo, i principali strumenti di cui intende avvalersi tale legge saranno: obbligo di valutazioneapprofondita circa la sussistenza delle esigenze cautelari, con un deciso favor verso lascelta di misure extracarcerarie; norme più incisive sull'obbligo dimotivazione da parte il giudice; riforma dei procedimenti di riesame e diappello; potenziamento delle misure interdittive.
Accennando brevemente aipunti di maggiore impatto della riforma, si sa ad esempio che: l'elemento del pericolo di fuga o di ripetizione del reato dovrà essereoltre che concreto (come è adesso) anche attuale per poter giustificare l'adozionedi una misura carceraria, e che la valutazione del singolo caso dovrà estendersianche ai comportamenti – precedenti penali e non solo – e alla personalità delsoggetto.
Data: 06/12/2014 12:00:00Autore: Mara M.