Libertà di stampa: l'Italia scivola al 73esimo posto
Dopo la Moldavia e appena prima del Nicaragua, esattamente al 73esimo posto. È questa la posizionedel nostro Paese nella classifica sulla libertàdi stampa stilata da Reporter senza Frontiereper il 2014.
Se già la situazione non era proprio rosea negli anni precedenti, nell'ultimoanno l'Italia ha perso, come si legge nel rapporto di RsF, addirittura 24 posizioni a causa, soprattutto,delle “minacce da parte della mafia”e dell'aumento delle querele “perdiffamazione ingiustificate”.
Il brutale calo nella libertà di stampa evidenziato dal rapporto annuale diRsF sulla base di sette indicatori (livello di abusi, indipendenzadei media, pluralismo, autocensura, norme, infrastrutture, trasparenza), non riguarda certo solo l'Italia, visto che due terzi dei 180 Paesi monitorati hanno subito un “deterioramento complessivo” causato da fattori congiunti, tra cui rilevanole azioni dei gruppi islamisti radicali, definiti “despoti dell'informazione”.
Tra i Paesi più rischiosi al mondo per i reporter, occupanti cioè gli ultimiposti in classifica, ci sono l'Eritrea (180° posto), la Corea del Nord (179°),la Siria e la Cina (rispettivamente, 177° e 176° posto), ma neanche l'Iraq e laNigeria sono messi bene, visto che il rapporto li colloca al 156esimo e al111esimo posto, considerata la comparsa nel 2014 di “buchi neri dell'informazione”.
Nelle prime posizioni si confermano i Paesi scandinavi, con la Finlandia intesta per il quinto anno consecutivo, seguita da Norvegia e Danimarca.
Tra i membri dell'Ue se l'ultima è la Bulgaria (106esima), la Grecia nonbrilla certo per la libertà di stampa con la sua 91esima posizione, mentre laFrancia sale di un gradino rispetto allo scorso anno (sebbene il rapporto siaantecedente alla vicenda di “Charlie Hebdo”).
In discesa rapida anche i piccoli Stati, come il Lussemburgo (dal quarto al19esimo posto), Andorra (dal quinto al 32esimo) e il Liechtenstein (dal sestoal 27esimo), per colpa, osserva l'Ong dei conflitti di interesse derivantidalla “vicinanza tra poteri politici,economici e media”.
Tornando all'Italia, se a pesare maggiormente sono le intimidazionimafiose nei confronti dei giornalisti ele cause ingiustificate per diffamazione, nel dettaglio le prime hannofatto registrare pericolose ondate di attacchi alla proprietà (soprattutto alleautomobili e alle case) e oltre 40casi di aggressione fisica, mentrele seconde sono aumentate da 84 a 129 nell'ultimoanno e sono state avviate per lo più daipolitici.
Data: 14/02/2015 14:36:00Autore: Marina Crisafi