Il piano RING: l'Italia e la banda larga
Il piano del Governo italiano per la banda ultralarga
RING, ossia Rete Italiana di Nuova Generazione: è questo il nome del piano ideato dal Governo Renzi per modernizzare la connessione internet sul territorio italiano. Il decreto legge, che sarà analizzato dal Consiglio dei Ministri di martedì 10 Marzo, prevede misure che potrebbero rivoluzionare le abitudini degli italiani, ma anche e soprattutto il mercato delle telecomunicazioni.
La novità principale che dovrebbe essere introdotta dal piano al vaglio del Governo italiano è lo switch off, ossia l'abbandono, della rete in rame fornita da Telecom Italia entro il 2030. La data inizialmente auspicata era il 2024, come testimoniato anche dal programma Renzi per le elezioni del 2012, ma gli operatori del settore hanno fatto capire come tali programmi non sono realizzabili in così breve tempo.
Sembra che nel testo del provvedimento RING si parli di un'architettura "Fttb/Ftth" (Fiber to the building e to the home, cioè la fibra almeno fino al palazzo) che sia "passiva, neutra e liberamente accessibile". Sembra che il Governo voglia inoltre prevedere il servizio di banda ultralarga come servizio universale, andando a garantire una velocità di connessione di 30 megabit al secondo entro il 2018.
Come si accennava, non è ancora stato varato il testo ufficiale del piano e quindi si dovrà aspettare l'ufficialità del decreto per poter commentare e analizzare le possibili ricadute sia sul versante sociale che economico del piano RING. Certamente, se tali misure venissero confermate, Telecom dovrebbe far fronte alla perdita di un asset di notevole valore come quello della rete in rame, valutato in circa 11 Miliardi di euro. Sono quindi notevoli le domande che tale provvedimento, nella forma sopra delineata, solleva: a quanto ammonterà l'investimento del Governo? Quale sarà la reazione di Telecom? Quali saranno i provvedimenti attuativi dell'esecutivo per la realizzazione di questo ambizioso piano?
Data: 09/03/2015 16:00:00Dott.Mirko Forti (forti.mirko@gmail.com)
Autore: Mirko Forti