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Stalking condominiale: prima condanna dal Tribunale di Genova

Dal Tribunale di Genova la prima sentenza italiana di condanna per il reato di stalking condominiale


Giunge in queste ore dal Tribunale di Genova la prima sentenza italiana di condanna per il reato di stalking condominiale.

Lo stalking condominiale rappresenta una delle varianti del reato di cui all'art. 612 bis codice penale (Atti persecutori) – una figura relativamente “nuova”, enucleata dalla Corte di Cassazione con la sentenza n. 20895 del 25 maggio 2011.

Il caso di specie ha visto una coppia di coniugi di 39 e 41 anni – S. A. e M. C. – subire per 4 anni filati qualcosa di più di innocui dispettucci fra vicini fumantini: delle vere e proprie angherie e torture psicologiche. Con il “movente” di una banale lite per l'utilizzo del giardinetto comune, una pensionata e suo figlio avevano infatti preso di mira e sottoposto a sistematici atti persecutori i due sposi neo-vicini di appartamento.

Le vessazioni andavano dagli scherni agli insulti, ai rumori oltremodo molesti, alle minacce, fino addirittura a una denuncia nei confronti della coppia per presunti maltrattamenti a danno del figlio neonato.

Una situazione insostenibile. Tanto che i due coniugi, dopo essersi adattati a una serie di limitazioni della propria vita quotidiana (come la rinuncia ad invitare amici a cena, per evitare possibili ritorsioni da parte dei persecutori), avevano infine deciso di lasciare la loro casa pur di non dover più sopportare i continui soprusi.

Quando però gli attacchi hanno colmato la misura – con le minacce dirette al bambino dei due («Ve lo ammazziamo» – avrebbero detto a chiare lettere i vicini stalker) – allora S. e M. si sono finalmente decisi a rivolgersi alla Giustizia, sporgendo denuncia contro i loro aguzzini per il reato c.d. di stalking, e riuscendo a vincere presso il Tribunale di Genova almeno la prima battaglia della guerra!

Una sentenza che riconosce «il perdurante e grave stato di ansia o di paura» descritto dalla norma penale e che condanna la pensionata e il figlio di lei alla pena di 4 mesi di reclusione: una sorta di pronuncia apri-pista – secondo il legale delle vittime – destinata ad estendere le condanne per stalking a soggetti diversi da ex mariti gelosi, fidanzati e spasimanti respinti, e ad aprire la fattispecie di reato a un terreno più ampio di quello sentimental-passionale.

Staremo a vedere cosa ne penseranno (eventualmente) Giudici dell'Appello e Ermellini…

Data: 24/04/2015 00:30:00
Autore: Mara M.