Ttip. Il cammino della vergogna
I Trattati illegittimi che cancellano la democrazia
di Angelo Casella
TTIP. IL CAMMINO DELLA VERGOGNA
Prefazione. - a) E' propria del nostro tempo una esigenza vitale: la massima attenzione ad accadimenti che sembrano lontani e poco leggibili ma che, a ben guardare, sono destinati invece, per vie traverse, a stravolgere il nostro stesso modo di vivere.
Parliamo, tra gli altri, del Trattato TTIP (Trans Atlantic Trade and Investment Partnership), (gemello dell'analogo TPP (Trans Pacific Partnership) che riguarda l'area del Pacifico, con esclusione, ovviamente, della Cina).
Presentato sotto la benevola mascheratura di facilitatore del commercio con l'abbattimento dei protezionismi occulti è in realtà qualcosa di molto diverso e insidioso. Da analizzare, per l'appunto, con la più grande attenzione.
In effetti, la lettura della bozza di accordo (nelle sue poche e scarne parti rese pubbliche, essendo gestito nella più totale opacità) evidenzia un progetto assai più complesso e con finalità più marcatamente politiche che economiche, comportante implicazioni gravi e profonde nel tessuto economico e sociale dei Paesi coinvolti.
b) I pochi e isolati commentatori si sono soffermati solo su due aspetti del TTIP: la possibilità di aprire le porte agli OGM e l'introduzione della clausola detta ISDS (Investor to State Dispute Settlement). Sulla pericolosa speculazione degli OGM non è qui luogo per appropriate analisi. Circa l' Isds, che consentirebbe alle imprese private di far causa allo Stato - (utilizzando una Corte arbitrale di incerta obbiettività ed autonomia) - per annullare provvedimenti di legge ritenuti contrari ai loro interessi e chiedendo anche i danni, cioè il ristoro del ridotto lucro, si tratta di una tale bestemmia giuridica e civile che si commenta da sola. Conosciamo questa infame scelleratezza perché ha già trovato applicazione in danno di diversi Stati, che hanno sottoscritto questo tipo di Trattati.
Inutile sottolineare di quale sovvertimento si tratti dei più elementari principi di diritto costituzionale, comportando la destituzione degli organi legislativi, l'abolizione del principio della separazione dei poteri e la consegna della sovranità statale alle società private.
1.- In ombra è peraltro rimasto l'aspetto più rilevante di questo accordo. Il TTIP appartiene ad una categoria di Trattati internazionali del tutto nuova che nasce da un substrato ideologico inedito per il quale i governi potrebbero travalicare i confini dei poteri loro delegati dal popolo e disporre anche della sovranità di questo. Osserviamo incidentalmente che "cedere, in tutto o in parte, la sovranità dello Stato" significa, nella sostanza, togliere alla collettività nazionale il diritto di decidere di sè e del proprio futuro.
Il modello è già ampiamente collaudato e noto. Ne sono esemplari recenti il Trattato ALCA (riguardante i Paesi sud-americani) e il NAFTA (Canada e Messico). Ma questi Trattati, con suggestive sigle, si contano a decine, in Africa, Asia e Medio Oriente. Lo stesso Trattato dell'UE è di questo tipo, ha le stesse origini e scopi e mira agli stessi risultati. Non a caso, è stato suggerito dagli Usa.
2.- Questa tipologia di Trattati - giuridicamente del tutto impossibili - veicolano una subdola forma di autoritarismo: rendono i Parlamenti nazionali dei semplici elementi decorativi, sostituendoli nelle decisioni fondamentali.
I precursori di questi Trattati furono i prestiti internazionali. Il governo del Paese preso di mira veniva "convinto" ad accettare finanziamenti enormi che, ben presto, si accorgeva di non poter ripagare. Intervenivano allora ulteriori prestiti, ma a determinate condizioni, comportanti sostanziali rinunce alla autodeterminazione. Se il Paese in difficoltà vuole il denaro, deve emanare quelle disposizioni interne su fisco, lavoro, ambiente, finanza, ecc. che rendano gli investimenti esteri in quel Paese assai profittevoli per gli speculatori.
3.- Ora, con il nuovo modello di Trattato si è fatto un passo avanti, dettando le regole del nuovo ordine sociale direttamente nel testo degli accordi.
4.- E' ovvio che questo tipo di accordi deve essere immediatamente cancellato. E' urgente ed indifferibile un vigoroso richiamo al nostro governo al rispetto della legalità e della democrazia sancita dalla Carta costituzionale.
I Trattati internazionali hanno come unico e specifico scopo di regolare i rapporti fra Stati, e come tali costituiscono la fonte primaria del diritto internazionale. Non di quello interno, che spetta solo al Parlamento dettare in conformità con le regole costituzionali.
In nessun caso è possibile accettare che un Trattato - quale che sia - esautori il Parlamento nazionale eletto dal popolo (ed espressione della sua volontà) sostituendolo con organismi estranei allo Stato italiano ma illegittimamente abilitati a dettare le regole del vivere alla comunità italiana.
5.- Questi anomali Trattati - che non possono avere cittadinanza in una società civile - sono una invenzione degli Usa, che li hanno imposti praticamente in tutto il mondo, avvantaggiando in misura determinante le loro imprese.
6.- E si ritiene appunto che la questione si concluda con la realizzazione, esattamente, di speciali condizioni di favore per le multinazionali statunitensi.
Ed in effetti, dato che l'Europa non è una economia unica, coerente e dotata di regole uniformi, si stabilirebbe un impari confronto fra la gigantesca economia Usa e quelle dei singoli Paesi dell'Unione, il cui tessuto di piccole e medie imprese è destinato ad essere spazzato via, con danni incalcolabili sul piano del lavoro e del livello di reddito complessivo.
Ma, in realtà, la posta in gioco è molto più ampia e insidiosa.
Si consideri, innanzitutto, l'enorme rete di partecipazioni azionarie che un ristretto numero di oligopolisti intrattiene in tutto il pianeta. Non vi è azienda importante, in Italia come altrove, che non abbia nel suo capitale la presenza, diretta o indiretta, di questi lontani burattinai.
Il solo gruppo finanziario Rothshild, che risulta aver finanziato tutte le guerre che hanno dilaniato il pianeta a far tempo dal 1700 (compresa l'ultima), risulta aver cointeressenze importanti in tutte le maggiori imprese del globo ed in tutte le più grandi banche e istituti finanziari del mondo (tra cui quelle italiane).
Costoro, con il cavallo di Troia dei Trattati di cui sopra, puntano a modificare profondamente l'ordine sociale ed economico delle nazioni in modo da conferire alla finanza un dominio assoluto sulla vita delle popolazioni.
7.- I più attenti analisti hanno già sottolineato il processo di finanziarizzazione dell'economia in atto da tempo.
Non è stato tuttavia evidenziato che questa finanziarizzazione sta avvolgendo come un sudario ogni espressione individuale di operosità lavorativa. A poco a poco, tutto il mondo del lavoro faticherà solo per riempire le tasche di ignoti speculatori finanziari nullafacenti.
I professionisti, con le liberalizzazioni che il governo sta approvando, avranno soci "di capitale" che succhieranno buona parte degli introiti. Così anche i farmacisti. Gli artigiani presteranno la loro opera a richiesta di società anonime di "servizi per la casa", organizzate in modo da assorbire ogni esigenza che si manifesti nella gestione di un immobile.
I tassisti sono già stati sistemati con l'applicazione Uber, il cui semplice utilizzo ingrassa le tasche di speculatori oltreoceano.
Per non parlare delle assicurazioni, che, grazie all'atteso abbattimento dei corrispondenti servizi pubblici, attendono tutti coloro che aspirano ad una pensione e ad una tutela contro le malattie. Senza dimenticare le banche che, direttamente e indirettamente, da tempo scarnificano i clienti, anche con le c.d. "gestioni patrimoniali".
(Sotto ogni profilo intollerabile ed inammissibile che il sistema bancario costituisca un corpo estraneo, autogovernato, impermeabile al potere politico e gratificato di immensi privilegi in quella società dalla quale è pur autonomo).
E' da decenni che improvvide regole vengono dettate per favorire la massima lucrosità all'attività bancaria e ad iniziative finanziarie almeno discutibili. Il tutto a scapito dell'economia reale.
Una grande conquista è già nel sacco: la vendita - a caro prezzo - di un bene naturale come l'acqua. Non a caso, il referendum abrogativo della relativa privatizzazione è stato indecentemente ignorato dai governi, a richiesta degli interessati speculatori.
Anche il mondo dell'istruzione è coinvolto: proliferano infatti le Università private (già affiancate da istituti privati inferiori), che promettono l'accesso ad appetitose poltroncine del circuito della grande finanza.
Anche il franchising è un'altra forma di sfruttamento dell'attività autonoma e di assorbimento dei corrispondenti profitti. Il vecchio mediatore autonomo, ad esempio, è stato esautorato da un efficiente sistema integrato e tecnologicamente avanzato, dove solerti dipendenti garantiscono al capitale investito nell'organizzazione solidi e sicuri profitti. Ma il sistema si allarga a tutte le attività commerciali, dalle pizzerie alle panetterie.
Vasti spazi si aprono al parassitismo finanziario con l'abolizione dei servizi pubblici che governi corrotti sta da tempo portando avanti.
8.- Con questi pseudo-Trattati - emblema di una regressione trogloditica della civiltà e del Diritto - la Costituzione, frutto di un travaglio costato sacrifici e sangue, viene surrettiziamente e silenziosamente modificata, anzi, viene addirittura cancellata nelle sue basi essenziali. E tutto al di fuori delle procedure previste e stabilite.
Si tratta di uno scandaloso e vergognoso raggiro, indegno di un Paese civile e di un popolo civile e di antica cultura giuridica, che viene ignominiosamente ingannato e vilipeso.
Le istituzioni e i partiti dovranno rendere conto di questa ignobile abiezione.
Angelo Casella
Data: 31/05/2015 12:30:00Autore: Angelo Casella