Tasse più alte con il nuovo “catasto” in arrivo
diMarina Crisafi –Presto si potrà dire addio alle vecchiecategorie catastali, A1, A2 o A3, che classificano le abitazioni degliitaliani in “signorili”, “civili” ovvero“economiche”. Il nuovo decretoche detta una vera e propria rivoluzionedel catasto, dopo il passo compiuto in materia di “commissioni censuarie”,nell'ambito dell'attuazione della delegafiscale, e i diversi rinvii è attualmente sul tavolo del Consiglio dei Ministri, pronto per il varo che avverrà probabilmente insettimana.
In base alla nuova normativa, gli immobilisaranno classificati tutti con due lettere: la “O” di ordinari che riguarderà le abitazioni residenziali e la “S” di speciali che riguarderàinvece gli immobili pubblici e ad uso commerciale. Rimane invariata, invece (ecioè esentasse) la disciplina riguardantei luoghi di culto.
Dopo il via libera alle operazioni, spetteràall'Agenzia delle Entrate esaminare gli immobili (oltre 60 milioni) assegnandovalori analoghi a quelli di mercato che entreranno in vigore a partire dal 2019.
Il nuovo valore catastale si calcolerà in praticatenendo conto, in luogo del numero dei vani, della metratura, moltiplicando i metri quadri di cui si compone l'immobileal valore ricavato dalle rilevazioni periodiche effettuate dall'Omi (l'Osservatoriodel Mercato Immobiliare) o, in mancanza, dai prezzi delle compravendite degliultimi anni o di quelli di offerta delle principali agenzie immobiliari (ecc.).
Alrisultato ottenuto,si applicheranno una serie di algoritmi, basati su determinate caratteristiche dell'immobile (come ascensore,affaccio, piano, servizi, ecc.) checontribuiscono a determinarne una maggiore appetibilità sul mercato.
Questo, per grandi linee, il calcolocatastale del prossimo futuro, destinatoa far preoccupare un bel po' di proprietari.
Già, perché anche se il decreto, come riportato da La Stampa, assicura l'invarianza di gettito,ciò non significa che tutti pagheranno le stesse rendite: l'invariabilità saràrispettata, comunque, facendo pagaremeno qualcuno e altri di più, e per costoro il rischio è quello di un vero eproprio salasso.
Secondo i dati dei geometri dell'Agefis, infatti, molte case periferiche odi nuova costruzione, oggi classificate nella categoria economica (A3) o civile(A2) andranno a pagare di meno rispetto ai criteri odierni, in quanto pursuddivise in molti vani sono caratterizzate spesso da modeste metrature. Lasituazione sarà diversa, invece, per i proprietaridi immobili nei centri storici, oggi classificati come “popolari” che, datala pregevolezza della zona, vedrannolievitare il valore di mercato. Idem per i proprietari di rustici trasformati in villette.
In base alle stime della Uil ServizioPolitiche Territoriali, ciò riguarderà oltre4 milioni e mezzo di immobili, attualmente classificati in modestecategorie, che vedranno quadruplicare o quanto meno raddoppiare le proprierendite catastali.
Tornando all'analisi dell'Agefis, i nuovi valori catastali andrebbero adincidere (verso su) sulle rendite degli immobili situati soprattutto nellegrandi città: con un +310% a Milano(sia per le abitazioni periferiche che centrali; un +223% a Napoli e un + 222% a Roma (soprattutto per le zonesemicentrali), mentre aumenti contenuti si registrerebbero a Torino (+ 51%).
Ma c'èdi più. Suivalori catastali andranno ad incidere anche le nuove aliquote Imu e Tasi che, pur dovendo essere rimodulate daiComuni in vista della futura Local Taxassicurando quella “sostanzialeinvarianza del gettito” prevista dal decreto, subiranno, comunque, aumenti in conseguenza della variazionedella rendita catastale degli immobili.
Data: 21/06/2015 16:30:00
Autore: Marina Crisafi