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Autovelox “incostituzionali”: in arrivo una pioggia di ricorsi

Dopo la sentenza della Consulta, le associazioni dei consumatori scendono in campo contro le multe prodotte dagli autovelox non sottoposti a verifiche


diMarina Crisafi –Com'era prevedibile, la sentenza della Corte Costituzionale n. 113/2015 che ha bocciato la legittimità delle multe prodotte dagli autovelox senzaverifiche e tarature periodiche (leggi “Nullo il verbale per eccesso di velocità che non riporta la data di revisione dello strumento di rilevazione")sta già producendo i suoi effetti.

Affilando le armi, infatti le associazioni dei consumatori scendonoin campo e annunciano una pioggia diricorsi per l'annullamento delle multe elevate agli utenti.

Per il Codacons,è evidente l'assoluta illegittimità delle migliaia e migliaia dicontravvenzioni elevate per eccesso di velocità e, pertanto, “sarà possibileottenerne l'annullamento – spiega il presidente Carlo Rienzi, ove – i Comuninon abbiano eseguito la manutenzione prevista dalla Corte Costituzionale”.

E dall'associazione si preparano adaffrontare le oltre 8mila amministrazioni nel mirino, con azioni finalizzate adottenere il rimborso per le infrazioni registrate dagli apparecchi non a norma.

Dal canto suo, l'Adusbef invita i consumatori che non hanno ancora pagato adaspettare perché sta predisponendo un modulo scaricabile da inviare all'autoritàche ha emanato la multa per chiederne l'annullamentoin autotutela.

Un'altrasentenza, dunque, ricca di ricadute negative sui conti pubblici (più in terminidi entrate anziché di uscite), andando a gravare sulle casse dei Comuni (per lomeno i più attivi in termini di multe) togliendo una rilevante voce del bilancio che in media frutta 1,2 miliardi all'anno.

Tuttavia, prima di cestinare la multa ofare ricorso, bisogna fare attenzione.Occorre, infatti, tenere a mente che la sentenza della Consulta non colpisce tutti i verbali: la stessa vaa sanzionare soltanto gli autovelox “presidiati”, quelli cioè “impiegatisotto il controllo costante degli operatori di polizia stradale” che, in virtùdel d.m. 29 ottobre 1997 non venivanosottoposti a controlli periodici.

La seconda “famiglia”, invece, quella degliapparecchi automatici piazzati sullestrade italiane non è finita sotto la lente della Consulta perché di regola sono sottoposti a verifiche,in attuazione dei principi fissati dal Ministero delle Infrastrutture nel 2005,ad integrazione del d.m. 1997.

La Corteora ha equiparato i controlli per tutti gli apparecchi, affermando l'illegittimitàdella norma (art. 45, comma 6, Cds) che non prevede i controlli e la taraturaperiodica per tutti gli autovelox,ripartendoli appunto tra quelli automatici, soggetti a verifiche periodiche, equelli usati dagli agenti, esentati.

Percapire a quale delle due “famiglie” appartiene l'apparecchio utilizzato aifini della rilevazione dell'infrazione, ingenere basta leggere il verbale: se la stessa è stata accertata dallapattuglia si dovrebbe trattare dell'autovelox presidiato, viceversa, se l'apparecchioè automatico, oltre ai riferimenti di legge che lo autorizzano dovrebberoesserci indicazioni in merito al tratto in cui sono stati inseriti. Laddove,invece, nulla fosse riportato nel verbale, si potrà chiedere all'autorità cheha emanato la multa. Questo per le contravvenzioni già elevate, perché per quelle future i Comuni dovrannoallegare ai verbali per le multe da autovelox anche l'attestazione indicante la data dell'ultima taraturaeseguita, a pena di impugnazione degli automobilisti.

Data: 23/06/2015 20:10:00
Autore: Marina Crisafi