Separazioni e divorzi: il 40% è colpa di Whatsapp
di Marina Crisafi – Negli ultimi 15 anni le separazioni sono aumentate del 25% e i divorzi della metà. E la “colpa” è anche di Whatsapp e dei social. Eh sì perché è proprio dal sistema di messaggistica più noto al mondo che 4 coppie su 10 scoprono le “corna” del partner, mentre il 20% soprattutto da Facebook e Twitter.
Finita, ormai, l'era delle tracce di rossetto sulla camicia, di biglietti e mazzi di fiori anonimi e sospetti, a mettere il dito tra moglie e marito ci pensa la tecnologia e Whatsapp in primis con qualche “bacio virtuale” o “faccina” complice di troppo, capace di destare sospetti che possono rivelarsi fondati.
Tanto che, a detta dell'associazione Avvocati Matrimonialisti Italiani, come riportato oggi dal quotidiano Il Giorno, l'app di messaggistica appare in circa il 40% delle cause di separazione e divorzio, quale “prova” dell'infedeltà del compagno/a, seguita, a una certa distanza, da Facebook e Twitter che tra un “like” e un “cinguettio” hanno permesso al partner di risalire al tradimento dell'altro.
E anche se le informazioni sono ottenute con palese violazione della privacy, secondo la nota matrimonialista Annamaria Bernardini de Pace, è peccato “veniale” rispetto alla violazione dei doveri coniugali. Del resto, “messaggi, chat e screenshot di conversazioni sono accettati – ormai – come prove in quasi tutte le cause di separazione” afferma la Bernardini, e per evitare denunce, in presenza di forti sospetti, basta “richiedere al gestore telefonico, tramite il tribunale, il traffico telefonico del cellulare ‘incriminato'”. Così senza sporcarsi le mani (o la coscienza), né rischiare responsabilità, la prova del tradimento è ottenuta e il gioco è fatto, con relativo, probabile, addebito della separazione al partner fedifrago.
Specialiste nello scovare le “corna” sono, neanche a dirsi, più spesso le donne, anche over 50, che riescono a stanare i passi falsi tecnologici dei mariti, azzeccando pin, facendo screenshot delle conversazioni, reperendo foto e persino controllando i movimenti col Gps. Quanto agli uomini, invece, a detta dell'avvocato, spesso hanno “la 'sindrome di pollicino' e non cancellano quasi mai messaggi e foto compromettenti”. Anche se in ogni caso, come ammette anche la Bernardini, cancellare tutto può sortire l'effetto contrario, perché “una tabula rasa improvvisa è più sospetta di mille chat”.
Data: 12/08/2015 21:00:00Autore: Marina Crisafi