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La giustizia sotto l'albero! Edizione 2016

Ecco la tradizionale carrellata delle pronunce più significative della giurisprudenza sul Natale


di Marina Crisafi - Torna anche quest'anno l'appuntamento con "La giustizia sotto l'albero!", la carrellata delle pronunce più significative dei tribunali italiani sui temi natalizi.

Dalla condanna penale per chi "dimentica" il proprio figlio in auto per lo shopping di Natale, al danno da vacanza rovinata per il ritardo della compagnia aerea che però non copre il risarcimento per la messa perduta, al tradizionale lancio portafortuna dei piatti a Capodanno, sono diverse, infatti, le vicende legate alle festività, analizzate, negli anni, dalla giurisprudenza del Bel Paese.

E non è escluso che sotto l'albero, tra i botti di Capodanno o per la Befana, arrivi qualche altra nuova sentenza, perché la giustizia, tra regali e cenoni, continua il suo corso!

Ecco le pronunce più natalizie:

Regali di Natale a tutti i costi… ma se dimentichi i figli in auto è reato!

È costata cara la corsa dell'ultimo minuto per acquistare i regali di Natale ad una donna milanese. Per aver lasciato la figlioletta di 4 anni in auto per andare a fare lo shopping natalizio, la stessa si è beccata infatti una bella condanna per il reato di abbandono di minore. Decisivo per la Cassazione (sentenza n. 42254/2014), il "periodo di tempo non trascurabile", in cui la povera bambina era rimasta chiusa in auto, in una situazione a rischio data la tenera età, l'orario serale e le temperature in atto. Le forze dell'ordine infatti avevano ritrovato la piccola in preda alle lacrime e all'agitazione. E a nulla sono valse le difese della madre che sosteneva di aver lasciato la figlia in macchina per punirla per non averle obbedito nel seguirla nello shopping natalizio (leggi: "Lascia la figlia in auto e va a fare i regali di Natale. Per la Cassazione è reato di abbandono di minore").


Giocare a carte a Natale? Meglio non esagerare, si rischiano separazione e addebito!

Quale occasione migliore per giocare a carte se non nel periodo natalizio, divertendosi tra amici? Attenzione, però, a non esagerare, perché se il gioco diventa "vizio", può comportare anche il rischio di vedersi addebitata una separazione dal coniuge. In questo senso si è pronunciata la Cassazione (sentenza n. 5395/2014), nei confronti di un uomo che giocava assiduamente spendendo molto denaro, sottraendolo alla sua famiglia. Certo in ballo c'erano anche diverse relazioni extraconiugali, ma i giudici hanno chiarito che anche il gioco d'azzardo, ripetuto ed eccessivo, viola in modo grave gli obblighi matrimoniali sino a rendere la convivenza intollerabile e a far scaturire separazione e consequenziale addebito. Meglio, quindi, giocare responsabilmente! (leggi: Giocare a carte a Natale: attenti a non esagerare! Si rischia anche l'addebito della separazione!").


Un po' di impegno nel fare gli auguri di Natale: se "brutti" possono essere reato

In questi giorni, siamo tutti alle prese con fare e ricevere gli auguri per le feste. Meglio impegnarsi, perché se gli auguri sono "brutti" possono anche costituire reato. Qualche mese fa, infatti, il Tribunale di Bari ha condannato per estorsione un uomo che aveva minacciato una persona, dicendogli che se non gli avesse dato i soldi richiesti, la madre avrebbe passato "un brutto Natale" (leggi: "Augurare di passare un brutto Natale può essere reato").


Anche dire che non si meritano i regali di Babbo Natale e della Befana è reato

Chi si comporta male durante l'anno, riceverà cenere e carbone! E' una cosa risaputa, ma se viene affermata pubblicamente e per iscritto può costare una condanna penale. Qualche tempo fa, la Cassazione (sentenza n. 42653/2010), ha condannato un uomo per aver offeso la reputazione di una persona, in quanto gli aveva ricordato, affiggendo un avviso sulla bacheca sindacale della ditta presso la quale lavorava, che "non esiste alcun Babbo Natale o Befana che concedano regali a personaggi come lei". Nel volantino, hanno ritenuto gli Ermellini, c'era la chiara volontà di esporre a ridicolo la vittima in un ambiente frequentato quotidianamente.

Niente risarcimento per la perdita della messa di Natale

Natale con i tuoi e Pasqua con chi vuoi! Non è solo un detto, ma un vero e proprio diritto. Per cui se ci viene impedito di trascorrere le festività con i nostri cari, si ha diritto al risarcimento. Nessun ristoro invece se oltre al cenone, si perde anche la messa di Natale. A stabilirlo è una sentenza del Giudice di pace di Cagliari (n. 571/2012) che ha condannato la compagnia aerea a risarcire i danni al passeggero per non avergli consentito di passare le festività insieme alla sua famiglia. L'uomo è stato ristorato anche dei soldi spesi per comprare due "tristi" panini in aeroporto, al posto del cenone ricco di pietanze appetitose, ma per la messa perduta niente da fare. Nonostante egli avesse asserito di essere un fervente cattolico, non c'è alcuna compressione della libertà religiosa!

Attenti all'albero … di Natale!

Fioccano le sentenze anche in materia di risarcimento danni da insidia stradale, provocata dall'albero di Natale!

In una recente sentenza (n. 21398/2014), la stessa Cassazione ha ribadito la responsabilità per custodia in una vicenda relativa a danno da "schiacciamento" cagionato ad un ragazzo, dalla base di cemento di un albero di Natale allestito da un Comune durante le feste, e poi rimosso e abbandonato in un'area non recintata.

Dando ragione ai genitori del ragazzo, il Palazzaccio ha ritenuto che la responsabilità dell'amministrazione custode non potesse essere esclusa dal mero "animus derelinquendi", né dalla circostanza che la cosa in sé non fosse pericolosa.

Rompere i piatti a Capodanno, non porta sempre bene!

Non sempre seguire le tradizioni, è di buon auspicio, se si esagera le conseguenze possono essere anche di una certa gravità. L'antica tradizione, infatti, di rompere i piatti e i bicchieri la notte di Capodanno, è finita infatti sotto la lente della Corte di Cassazione.

La vicenda ha per protagonista l'avventore di un ristorante che qualche anno fa fu colpito dalla scheggia di un piatto mentre era in corso tra i commensali la tradizionale pratica distruttiva.

A rimetterci, oltre al cliente, è stata anche la proprietaria del ristorante che a causa dell'incidente è rimasta coinvolta in un lungo processo, conclusosi per sua fortuna, con il rigetto delle domande risarcitorie del ferito.

Per gli Ermellini infatti (sentenza n. 2312/2003) la proprietaria non poteva essere ritenuta responsabile delle lesioni riportate dall'avventore per il solo fatto di aver posto i piatti vuoti sui tavoli che avevano dato luogo all'evento imprevedibile, in quanto finiti lanciati ripetutamente per terra per festeggiare il capodanno. Quindi per chi vuole seguire le tradizioni, meglio controllare che la zona di lancio sia libera onde evitare spiacevoli danni!

Data: 25/12/2015 11:00:00
Autore: Marina Crisafi