Jobs Act: arriva la stretta sui voucher
Boom dei voucher lavoro INPS, ma il Ministero sta monitorando la situazione per eliminare i rischi di distorsione del mercato del lavoro
di Lucia Izzo - Il voucher lavoro ha rappresentato un vero e proprio boom negli ultimi anni, destinato al pagamento per i lavori occasionali e discontinui e per le prestazioni di lavoro accessorie: situazioni dove, in sostanza, manca un regolare contratto e si rischia di cadere nel baratro del "lavoro nero".
Si stima che tra gennaio e novembre dello scorso anno ne siano stati venduti 102.421.084, dal valore nominale di 10 euro.
Un incremento medio nazionale pari al 67,5%, se si pensa che nello stesso periodo del 2014 se ne contavano "soltanto" 61.129.111.
I maggiori aumenti hanno riguardato la Sicilia (97,4%), la Liguria (85,6%), Abruzzo e Puglia (rispettivamente 83,1% e 83% ).
I voucher INPS lavoro sono stati introdotti nel 2003 con la riforma Biagi e sono acquistabili sia da privati cittadini che da professionisti o imprenditori per poter gestire alcune attività particolari facenti capo a qualsiasi settore produttivo: si tratta di prestazioni di lavoro accessorio, attività lavorative che non danno luogo a compensi annuali superiori a 7mila euro (9.333 euro lordi).
La legge Fornero del 2012 ha eliminato le causali, eccetto per il settore dell'agricoltura, confermando i limiti economici, mentre è stato il d.lgs 81/2015, attuativo del Jobs Act, a estendere il voucher a tutti i settori produttivi, portando il limite complessivo di compenso annuo dai precedenti 5mila ai 7mila euro attuali (con un tetto di 2mila euro per ogni committente).
Il valore nominale del voucher può essere di 10, 20 o 50 euro, che il lavoratore potrà incassare, se cartaceo, presso un ufficio di Poste Italiane entro 24 mesi dall'emissione, mentre se telematico, a seguito di intervento dell'INPS che verserà il corrispettivo su apposita Card intestata al lavoratore o attraverso un bonifico domiciliato.
Il valore, tuttavia, non è netto: le trattenute applicate sono pari al 13% per l'INPS a titolo di contribuzione previdenziale, il 7% per l'INAIL a tutela degli infortuni sul lavoro e un 5% sempre all'INPS come gestore del servizio.
La recente crescita del fenomeno è stata salutata con entusiasmo, ma anche con preoccupazione: «Questo boom è un po' sospetto - ha detto il ministro del Lavoro Giuliano Poletti - Lo stiamo monitorando, non vogliamo che il voucher diventi uno strumento di distorsione del mercato del lavoro».
Entro giugno sono attese modifiche con apposito decreto correttivo della disciplina attivata dal Jobs Act.
Il rischio che teme il Ministero è che i blocchetti voucher, che possono essere acquistati con rendicontazione mensile scegliendo se e quando utilizzarli, vengano usati solo in caso di visita degli ispettori del lavoro.
Per questo i tecnici del Ministero sono all'opera per eliminare ogni rischio di “distorsione del mercato del lavoro”, elaborando nuove misure di controllo, ad esempio la possibilità di rendere il voucher "tracciabile".
Si prospettano, dunque, modalità più rigide di comunicazione elettronica così da vincolare il buono lavoro alle ore di effettivo utilizzo, indicando una data di inizio e di fine della prestazione.
Data: 03/02/2016 07:00:00Autore: Lucia Izzo