Prescrizione: che fine ha fatto la riforma?
di Valeria Zeppilli – In questi giorni si sta parlando molto di due importanti riforme in materia giudiziaria: quella del processo civile e quella della magistratura onoraria. I relativi d.d.l., infatti, stanno facendo passi da gigante verso la loro approvazione.
Ma c'è un altro importante Ddl che, invece, è arenato ormai da tempo: quello che ha ad oggetto la riforma della prescrizione.
Era il 28 febbraio 2014, infatti, quando la presidente della commissione giustizia di Montecitorio Donatella Ferranti presentò il relativo provvedimento, approvato il 24 marzo 2015. Ma arrivati in Senato, ecco lo stallo: in presenza di contrasti, aventi ad oggetto soprattutto il raddoppio dei tempi di prescrizione per il reato di corruzione, il d.d.l. non ha più proseguito fruttuosamente il suo iter. Nonostante la tematica sia più volte tornata alla ribalta e rientri tra i temi caldi sui quali forte è l'esigenza di intervenire.
Più nel dettaglio, nel testo approvato alla Camera e bloccatosi in Senato, l'allungamento dei tempi di prescrizione oltre che il reato di corruzione riguarda anche il reato di pedofilia.
Con riferimento ai minori, poi, si prevede che per i reati più gravi, come ad esempio prostituzione o violenza sessuale, la prescrizione decorra dal raggiungimento della maggiore età della vittima.
A tutto ciò si aggiunge la sospensione della prescrizione per due anni dopo la condanna in primo grado e per un anno dopo la condanna in appello, eccezion fatta per i casi di assoluzione e con limitazione degli effetti agli imputati contro i quali si procede.
La sospensione, poi, dovrebbe riguardare anche le rogatorie all'estero, le perizie complesse richieste dall'imputato e le istanze di ricusazione, oltre che, ovviamente, le situazioni già previste dal codice.
Questo, in breve, il quadro del d.d.l. "dimenticato", nell'attesa che esso sfoci in qualcosa di concreto. Chissà...
Data: 14/03/2016 14:00:00Autore: Valeria Zeppilli