La stabilità finanziaria dell'Italia
In allegato, una sintesi del recente rapporto della Banca d'Italia sulla stabilità finanziaria del Paese
di Roberto Paternicò - La Banca d'Italia ha presentato il "Rapporto sulla stabilità finanziaria" del nostro Paese per il 2016, evidenziando un rallentamento dell'economia mondiale di entità superiore alle previsioni ed un aumento della volatilità nei mercati dei capitali.
La situazione delle banche é rappresentata da una forte flessione dei propri titoli a causa, anche, del "bail in" e dell'elevato ammontare di crediti deteriorati, ereditati dalla lunga recessione, seppur in miglioramento sulle nuove esposizioni. Un sostegno per i crediti deteriorati potrebbe arrivare dal nuovo sistema di cartolarizzazioni con garanzia dello Stato e dall'attività del fondo "Atlante".
Le misure monetarie dell'Eurosistema dovrebbero favorire la stabilità finanziaria e la debole ripresa dei prestiti al settore privato.
Sul mercato immobiliare sembra si sia interrotta la riduzione dei prezzi delle nuove case e vi sono graduali segnali di aumento delle compravendite.
Per le famiglie si segnala un aumento del reddito disponibile e bassi tassi d'interesse, ma il principale rischio resta l'indebolimento della ripresa economica.
Per le imprese vi sono elementi di una progressiva riduzione dell'indebitamento ed un aumento delle disponibilità liquide a causa della diminuzione degli investimenti. Il numero dei fallimenti è in contrazione.
Le compagnie di assicurazione stanno diversificando i propri investimenti ed é cresciuto il collocamento di prodotti unit-linked e multi-ramo.
Il risparmio gestito si é espanso, anche, durante la fase di volatilità dei mercati.
Il Governo prevede di poter ridurre il rapporto tra debito pubblico e PIL, dopo un triennio in cui è aumentato di un 16%. Nel 2015 l'incidenza del debito è cresciuta dal 132,5 al 132,7%. La riduzione programmata sarebbe pari allo 0,3% del PIL nell'anno in corso e più ampia negli anni successivi. Si spera, nel periodo 2016-19, di ridurre il debito al 123,8%, nonostante il peggioramento del quadro macroeconomico.
Data: 20/05/2016 12:30:00
Autore: Dott. Roberto Paternicò