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Avvocati: sì alla pubblicità in vetrina

Conclusa la vicenda di Alt relativa agli studi legali su strada. Depositata la sentenza del Cnf


di Marina Crisafi - Via libera agli studi legali su strada e alla pubblicità in vetrina. Non c'è nessuna violazione di principi deontologici. È quanto si ricava dalla sentenza del Consiglio Nazionale Forense, n. 27/13 depositata lo scorso 7 marzo e resa nota oggi, con comunicato stampa di A.L.T., Assistenza Legale per tutti, protagonista della vicenda giudiziaria.

Al centro della vicenda proprio l'Avv. Cristiano Cominotto, cofondatore e presidente di Alt, al quale era stato comminato un provvedimento disciplinare nel quale si contestava che l'acronimo, esposto sulle vetrine degli studi legali su strada sarebbe stato "un perentorio invito, al passante, a fermarsi ed entrare" e questa sarebbe stata "una modalità non conforme a dignità e decoro di captazione della clientela".

Annullando la sanzione disciplinare, il Cnf ha espresso molto chiaramente nella sentenza come "a fronte di un sistema di comunicazioni che indirizza ai cittadini un continuo flusso di messaggi" non si possa ritenere che l'acronimo Alt possa avere "particolare efficacia persuasiva tanto più perentoria". Per cui è chiaro come le modalità utilizzate "non pongano in essere alcuna violazione delle norme deontologiche".

Si conclude così la vicenda iniziata nel 2009, quando il Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Brescia sanzionò la presunta infrazione delle norme deontologiche.

Nel 2010, si spiega nel comunicato, venne dichiarata dalla Cassazione la competenza territoriale del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Milano a decidere nei confronti dell'avv. Cristiano Cominotto, mentre veniva confermata la sanzione della censura nei confronti dell'altro cofondatore avv. Francesca Passerini. Due anni dopo arrivava la sanzione della censura da parte del Coa milanese anche per il Cominotto. Da qui il ricorso che ha portato alla sentenza in esame che ha messo la parola fine alla vicenda, cancellando la sanzione.

"Sono molto soddisfatto della decisione del Consiglio Nazionale Forense – ha dichiarato l'avv. Cominotto - il nostro progetto anticipava di almeno 5/10 anni i cambiamenti che successivamente sono stati recepiti dalla professione, noi siamo stati i primi a muoverci e a scontare le resistenze. Molte delle iniziative oggi di successo nascono dalla strada che per primi abbiamo tracciato. Siamo comunque solo agli albori del cambiamento, la nostra professione tra 10 anni sarà completamente diversa da oggi. Non abbiamo mai valutato il cambiamento della nostra professione in senso positivo o negativo, ma abbiamo sempre pensato al progresso come un'onda che ti travolge e che non è possibile arrestare".

Soddisfazione per il giudizio del Consiglio anche da parte di Francesca Passerini, che ha precisato tuttavia "sono dovuti passare quasi 10 anni affinché venisse proclamata la correttezza del nostro progetto". Iniziativa per la quale – ha proseguito – "ho scontato la sanzione disciplinare della censura, ora invece giustamente revocata al mio collega."

Dal 2008, anno della sua nascita con la fondazione del primo studio legale su strada a Milano, ad oggi, il gruppo Alt (che nel frattempo ha preso il nome di Al), ha aperto studi legali in tutta Italia con all'interno decine di avvocati.

Data: 07/06/2016 09:00:00
Autore: Marina Crisafi