Bollette luce: ora vanno conservate per 10 anni
L'inserimento del canone Rai nella fattura dell'utenza elettrica impone una conservazione decennale
di Lucia Izzo - Sempre più "carte" da conservare per gli italiani, una pratica che si rende necessaria cosicché le famiglie possano evitare contestazioni, soprattutto quando si tratta delle bollette delle utenze domestiche. In particolare per le bollette della luce non sono più sufficienti i cinque anni previsti dall'art. 2948 cod. civ. che, invece, rimangono validi per acqua, gas e telefono (per approfondimenti: Domande e risposte: per quanto tempo vanno conservate le bollette domestiche?).
A provocare un innalzamento del tempo di conservazione della bolletta della luce è stato il Canone RAI, da quest'anno addebitato assieme all'elettricità e spalmato su 10 mensilità.
Il tributo televisivo ricade, tuttavia, in quelli per cui vale la prescrizione decennale: ciò significa che il cittadino previdente dovrà conservare la bolletta elettrica e le ricevute di pagamento per dieci anni, questo per resistere ad eventuali contestazioni relative alle somme già pagate che potrebbero essergli avanzate dal fisco.
Infatti, se trovato sprovvisto di tali documenti, l'utente potrebbe non essere in grado di dimostrare il pagamento del canone ed essere costretto a pagare nuovamente l'obbligo tributario, salvo siano trascorsi 10 anni, termine dopo il quale il credito all'erario risulta prescritto.
La prescrizione relativa all'elettricità, invece, continua ad essere soggetta al termine quinquennale: pertanto, se all'intestatario non viene addebitato il canone in bolletta (in quanto ha dichiarato di non possedere alcuna televisione presso la propria abitazione o che altro membro della famiglia paga già il tributo), non è necessario conservare il documento oltre 5 anni.
Nonostante molti utenti conservino i documenti in fotocopia o scannerizzati al PC, è consigliabile tenere sempre a portata di mano l'originale cartaceo: infatti, le riproduzioni meccaniche potrebbero sempre essere facilmente contestate dal creditore.
Non bisogna inoltre dimenticare che la prescrizione prevista dalla legge può essere interrotta, ad esempio a causa di solleciti di pagamento: un simile atto comporta che il termine inizi a decorrere nuovamente dall'inizio.
Data: 17/08/2016 21:40:00Autore: Lucia Izzo