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Pokemon Go: arriva la prima causa italiana

Il vescovo di Noto ha dato incarico ai suoi avvocati di intentare azione legale nei confronti del gioco "diabolico"


di Marina Crisafi – "Diabolico", che crea "allarme sociale" e basato su un "sistema totalitaristico come quello nazista". Con queste parole, il vescovo di Noto, monsignor Antonio Staglianò definisce il gioco Pokemon Go che sta impazzando da qualche tempo in tutto il mondo, Italia compresa. Ed è per questo che, come racconta Tgcom24, il presule ha deciso di intentare azione legale contro l'app, affidando l'incarico a due suoi amici avvocati che dovranno "pensare la fattispecie della denuncia".

In campo, dichiara il vescovo, che non è nuovo a clamorose iniziative, come quella di aver intonato in chiesa le canzoni di Bennato e di Mengoni, c'è "la sicurezza sociale degli uomini e delle donne della terra da preservare".

Da qui la battaglia contro il gioco virtuale, colpevole, a suo dire, di creare dipendenza, "alienando migliaia e migliaia di giovani" che si divertono "a catturare in giro per le città i mostri tascabili secondo una regia totalitaria", senza una "partecipazione attiva e cosciente".

A contribuire all'"anatema" lanciato dal vescovo, sicuramente, anche il fatto che l'app individua la cattedrale barocca di Noto come una delle tante "palestre" in cui allenare e far crescere i Pokemon, facendo incetta di oggetti e strumenti utili a catturarli. Una realtà parallela che per Staglianò, insomma, "bisogna fermare – avendo - il coraggio di servirsi del proprio intelletto e non essere telecomandati". Che i giovani piuttosto, ha esortato il vescovo, vadano "in giro per il mondo a portare la parola di Cristo e a trasmettere valori positivi".



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Data: 23/08/2016 21:00:00
Autore: Marina Crisafi