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Il furto del gatto

Se da un lato aumentano le richieste di pene più severe, dall'altro non manca una giurisprudenza per la quale il fatto sarebbe penalmente irrilevante


di Valeria Zeppilli - Negli ultimi anni, in Italia, si sta diffondendo una prassi deplorevole: quella del furto di cani e di gatti.

Se quindi si subisce il furto del proprio micio e si è convinti che lo stesso non si sia allontanato volontariamente, la prima cosa da fare è quella di sporgere denuncia alle autorità competenti, senza dimenticare di segnalare l'occorso anche al veterinario.

Si evidenzia che nel nostro ordinamento gli animali sono assimilati alle cose e che, pertanto, in caso di sottrazione del felino, la norma di riferimento è quella di cui all'articolo 624 del codice penale, che punisce in generale il furto.

A tal proposito, però, occorre segnalare che, proprio in materia di furto di gatti, il Tribunale di Roma ha emanato una sentenza che ha fatto davvero molto scalpore: sembrerebbe che rubare un gatto non sia sempre reato.

La scorsa primavera, infatti, la prima sezione penale del Tribunale capitolino ha deciso di scagionare una donna che sette anni fa aveva rubato il gatto dei vicini e si era sempre rifiutata di restituirlo, tanto da essere condotta dinanzi al giudice a seguito di denuncia dei proprietari del micio, desiderosi di riaccoglierlo in famiglia.

Per il giudice il processo deve concludersi senza alcuna conseguenza per la ladra di gatti: il fatto sarebbe caratterizzato da particolare tenuità.

In sostanza, bando ad ogni aspetto affettivo, il furto è stato valutato esclusivamente su parametri di carattere economico: il gatto vale poco e, pertanto, chi se ne è appropriato non può essere perseguito penalmente.

Il fondamento di una simile decisione, tuttavia, è tutt'altro che solido e non condiviso da molti.

Peraltro contrasta con mozioni insistenti che vorrebbero combattere il furto di cani e gatti in maniera ancor più incisiva. Basti pensare che l'anno scorso la presidente della Leidaa – Lega italiana difesa animali e ambiente, Michela Vittoria Brambilla, ha addirittura presentato alla camera dei deputati una proposta di legge tesa a introdurre delle pene più severe per chi ruba gli animali domestici, inserendo il furto di animale d'affezione tra le circostanze aggravanti del furto.


Data: 08/09/2016 11:00:00
Autore: Valeria Zeppilli