Terremoto: ecco il decreto
di Marina Crisafi – Versamenti e adempimenti tributari sospesi fino all'anno prossimo e alla ripresa pagamenti a rate senza sanzioni e interessi. Ricostruzione delle opere pubbliche tramite erogazioni dirette alimentate da mutuo concesso dalla Bei e finanziamenti agevoli per i privati, oltre a indennizzo da parte dello Stato. Sono queste le principali novità della bozza del "decreto legge terremoto" che dovrebbe essere approvata già oggi dal Consiglio dei Ministri.
A beneficiare delle misure saranno le persone fisiche che alla data del tragico sisma, del 24 agosto scorso, avevano la residenza in uno dei 17 centri devastati (Accumoli, Acquasanta Terme, Amatrice, Arquata del Tronto, Campotosto, Capitignano, Cascia, Cittareale, Montefortino, Montegallo, Monteleone di Spoleto, Montemonaco, Montereale, Norcia, Preci, Rocca Santa Maria, Valle Castellana).
Ecco, in pillole, quanto prevede il decreto:
La moratoria
La moratoria, relativa ai versamenti e agli adempimenti tributari dei cittadini residenti nei comuni colpiti dal terremoto alla data del sisma, prevista originariamente sino a dicembre, sarà prorogata sino al 30 settembre 2017 e riguarderà anche le cartelle di pagamento emesse dalla società di riscossione e gli avvisi di accertamento.
La macchina della riscossione riprenderà a partire dal mese di ottobre dell'anno prossimo con versamenti a rate (di 18 mesi) di pari importo e senza l'applicazione di sanzioni e interessi.
La ricostruzione
Il decreto che il governo è pronto ad emanare indica 2 vie per l'aiuto al pubblico e al privato. Nel primo caso, per la ricostruzione si procederà tramite erogazioni dirette alimentate da un mutuo concesso dalla Bei e rimborsato dallo Stato. Le stazioni appaltanti, ridotte al minimo, sono le 4 regioni, due ministeri (il Mibact e il Mit) e le diocesi. E tutte dovranno fare riferimento ad Invitalia, individuata dal decreto come centrale unica di committenza, la quale a sua volta regolerà i propri rapporti con la struttura commissariale tramite una convenzione. A vigilare sugli appalti sarà l'Anac, e per rafforzare la collaborazione sarà prevista un'altra convenzione ad hoc, tra la stessa autorità, Invitalia e la struttura commissariale.
Quanto ai privati, per riparare o ricostruire gli immobili (di cittadini e imprese) saranno previsti finanziamenti agevolati a 25 anni, tramite convenzioni con le banche, a valle di un accordo con l'Abi. I finanziamenti saranno concessi tramite contratti-standard assistiti dalla garanzia dello Stato e potranno fruire di crediti d'imposta. Le somme potranno essere destinate sia a coprire i danni degli immobili che (per le imprese) le spese per le attrezzature, la ricostituzione delle scorte danneggiate o la delocalizzazione dell'attività finalizzata al suo proseguimento.
I criteri attuativi della ricostruzione privata sono affidati alla struttura commissariale (guidata da Errani), che dovrà definire anche il calcolo del contributo e i parametri (vincolanti) per valutare i costi degli interventi.
Nell'ottica della trasparenza, inoltre, tutti gli interventi di costruzione (privati e pubblici) saranno assegnati con gare solo alle imprese iscritte nelle c.d. "white list" controllate dalle prefetture e sarà istituito un "Ufficio speciale per la ricostruzione", una sorta di "front-office" per le pratiche edilizie e di indennizzo, composto da un centinaio di persone, con distribuzione locale nei territori colpiti.
L'indennizzo
Il decreto conferma il contributo statale per indennizzare tutti coloro che hanno subito danni dal terremoto. In quasi tutti i casi l'indennizzo sarà pari al 100% del contributo (tranne che per le seconde case fuori dal cratere per le quali non supererà il 50%) e le condizioni per ottenerlo saranno molto vincolanti. Il sostegno, al di fuori dei comuni nell'area dei crateri, potrà essere concesso soltanto se viene dimostrato il "nesso di causalità" con il sisma.
Il nodo risorse
La strategia per gestire l'emergenza e ai fini della ricostruzione, inserita anche nella nota di aggiornamento del Def, laddove si può leggere che il governo intende operare, se necessario "ulteriori interventi per l'emergenza sisma, la messa in sicurezza del patrimonio abitativo e del territorio e la gestione del fenomeno migratorio" è dunque ormai delineata. Rimane il nodo risorse.
Le trattative con Bruxelles per allargare il margine di flessibilità dell'indebitamento sul Pil, per ricomprendervi anche la ricostruzione sono appena iniziate. E occorrono, come chiarito dal premier nei giorni scorsi, "almeno 4 miliardi".
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Data: 04/10/2016 11:00:00
Autore: Marina Crisafi