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Caporalato: in vigore la legge

Tolleranza zero contro gli sfruttatori, carcere fino a 6 anni e multe fino a mille euro per lavoratore


di Marina Crisafi – E' in vigore la legge di contrasto al caporalato (n. 199/2016, pubblicata in G.U. il 3 novembre scorso e qui sotto allegata). Un provvedimento fresco di stampa ma atteso da decenni che introduce nuove misure per lottare contro il fenomeno del lavoro nero e dello sfruttamento nell'agricoltura, oltre ad una serie di interventi a tutela dei lavoratori del settore.

In particolare, la legge agisce sul fronte penale riformulando ed aggiornando la definizione di "caporalato" e decretando la "tolleranza zero" nei confronti di chi compie gli abusi (e di chi ne è complice), attraverso l'inasprimento delle pene, il rafforzamento dell'istituto della confisca e l'intensificazione dei controlli su tutto il territorio. Ma non solo. Ad essere adottate sono anche misure ad hoc di supporto per i lavoratori stagionali.

I punti chiave della legge:

Il fenomeno

La legge n. 199/2016 fissa innanzitutto la definizione di caporalato, inteso come "intermediazione illegale e sfruttamento lavorativo, prevalentemente in agricoltura", fenomeno che coinvolge oggi, secondo le stime, circa 400mila lavoratori (sia italiani che stranieri), in tutto il territorio nazionale.

Il nuovo reato di caporalato

Commette reato di caporalato (secondo il novellato art. 603-bis c.p.) chiunque impieghi personalmente, o recluti per conto terzi, manodopera sfruttando lo stato di bisogno dei lavoratori.

Sono considerati indici di sfruttamento, sia la reiterata corresponsione di stipendi più bassi rispetto a quelli previsti dai contratti nazionali, sia la violazione delle leggi sull'orario di lavoro e sul riposo dei lavoratori.

Le sanzioni

In base alla nuova formulazione del reato potrà essere sanzionato anche il datore di lavoro e le pene fissate sono della reclusione da uno a sei anni e la multa da 500 a mille euro, per ogni lavoratore reclutato.

Se i fatti sono commessi con violenza o minaccia, inoltre, la pena sale fino a 8 anni di carcere e la multa fino a 2mila euro, mentre sono previste attenuanti per chi collabora concretamente con le autorità per evitare che le attività delittuose siano portate a conseguenze ulteriori o per assicurare le prove dei reati o l'individuazione degli altri responsabili.

La legge n. 199/2016 inoltre prevede che al reato si accompagni sempre la confisca obbligatoria dei beni, del denaro o delle altre utilità dei responsabili.

Le misure a favore dei lavoratori

La nuova legge estende, altresì, l'assegnazione dei proventi delle confische al Fondo anti-tratta anche alle vittime del reato di caporalato.

Tra le altre misure, inoltre, rilevano il potenziamento della Rete del lavoro agricolo di qualità e interventi a sostegno e tutela del settore.

Leggi anche: "Caporalato: il ddl è legge. 6 anni di carcere per chi sfrutta i lavoratori"


Data: 05/11/2016 18:30:00
Autore: Marina Crisafi