Terremoto: guida completa al fenomeno
Ing. Vincenzo Felici, Dott. Gianluca Felici - L'interesse della popolazione non è solo quello di conoscere se e quando possa avvenire un terremoto di forte intensità, ma soprattutto se questo farà gravi danni alla propria abitazione, mettendo in pericolo l'esistenza propria e quella dei propri cari.
Una conoscenza incompleta o inesatta del fenomeno fa vivere nell'incertezza e nella paura che spesso sfocia in veri e propri momenti di panico.
Cerchiamo dunque di fornire qualche informazione sul terremoto che possa risultare utile per chiarire dubbi e incertezze.
Il terremoto, sappiamo tutti, è uno scuotimento improvviso del suolo generato da una faglia attiva presente nel sottosuolo (superficie di frattura della crosta terrestre), che libera di tanto in tanto l'energia accumulata nel tempo e che si propaga fino in superficie mediante onde elastiche. Tali onde sono di diverso tipo e viaggiano con una velocità di qualche km al secondo.
L'intensità di un terremoto si misura in genere attraverso due diverse scale:
- Scala Richter;
- Scala Mercalli
La prima scala indica l'energia liberata durante la scossa ed è determinata in modo strumentale univoco, varia da 1 a 10 e ad ogni grado successivo al precedente corrisponde una energia 32 volte maggiore.
Passare ad esempio dal grado 6 al grado 7 significa che il terremoto è stato 32 volte più violento: cioè, se l'energia liberata da un terremoto di grado 6 corrisponde all'energia un milione di tonnellate di tritolo, allora l'energia di un terremoto di grado 7, corrisponde all'energia di 32 tonnellate di tritolo.
La seconda scala indica l'effetto prodotto sulle costruzioni attraverso una valutazione soggettiva del danno ed è quindi variabile in relazione al luogo ove avviene ed al numero ed alla qualità delle costruzioni ivi presenti.
Banalmente infatti è evidente che un terremoto violento non produce danni in una zona deserta, mentre produce danni gravi in una zona popolosa, secondo la profondità della faglia, la natura e la morfologia del terreno di fondazione e la tipologia delle costruzioni presenti.
Varia da 1 a 12 e ad ogni grado vi è una indicazione diversa del danno: passare ad esempio dal grado VII al grado VIII brevemente significa passare da un terremoto molto forte, con danni limitati nelle case (incrinature delle pareti, caduta di intonaci, rottura dei comignoli, etc.) ad un terremoto distruttivo con gravi distruzioni a circa il 25 % degli edifici.
- Ipocentro ed Epicentro
Sappiamo oramai tutti che l'ipocentro è il punto più o meno profondo ove si origina la scossa, mentre l'epicentro è la zona posta sulla superficie terrestre sopra all'ipocentro.
- Propagazione del terremoto:
Il terremoto si propaga nel terreno mediante onde ed è condizionato dalla natura di questo.
Facciamo alcuni esempi:
Immaginiamo di trovarci in un territorio formato esclusivamente da roccia con piano di campagna orizzontale: la maggiore intensità, che si avrà in superficie, sarà sull'epicentro, mentre man mano che ci si allontana da questo si avrà una intensità sempre minore; dunque la scala Mercalli indicherà un danno consistente sull'epicentro, minore man mano che ci si allontana da questo.
Se invece la natura del terreno è variabile, si passa ad esempio da una zona rocciosa ad una zona argillosa, o che presenta strati alluvionali, noi vedremmo che i danni sono maggiori ove la natura del terreno è argillosa, o alluvionale, anche se decisamente più lontana dall'epicentro del terremoto.
Altri esempi si possono fare secondo le morfologie del terreno:
a parità di natura di questo, i danni infatti sono maggiori ove il terreno ha forte pendenza , rispetto ad uno pianeggiante (amplificazione topografica).
Analogamente i danni sono maggiori se il terreno, rispetto alla faglia, si trova prima di una profonda sponda di un fiume o al di là della sponda dello stesso; cioè la forte incisione del terreno "spezza" in superficie la propagazione dell'onda sismica.
Inoltre un terremoto si propaga maggiormente nella direzione della faglia, piuttosto che in maniera concentrica uniforme; in sostanza "predilige" una direzione rispetto a tutte le altre.
Dunque la pericolosità sismica locale è fortemente condizionata dalla natura e morfologia del suolo e del sottosuolo.
Micro-zonazione sismica e Sant'Emidio
Abbiamo visto come spesso si hanno danni molto diversi in zone molto vicine; ciò può dipendere dalla qualità delle costruzioni, ma spesso dipende come detto dalla diversa pericolosità sismica locale, cioè dalla diversa propagazione del terremoto nel suolo, dalla diversa morfologia di questo e dalla diversa stabilità del terreno di fondazione dell'edificio.
Per questo motivo oramai da diversi anni i geologi hanno iniziato a fare studi di micro-zonazione sismica del territorio con lo scopo di individuare le zone stabili, quelle soggette ad instabilità e quelle suscettibili di amplificazione del sisma.
Qui ci si consenta una digressione.
Da sempre si venera Sant'Emidio quale protettore dai terremoti; Egli è un Santo ritenuto particolarmente potente in quasi tutto il mondo cristiano. Per i fedeli è cosi.
Per quelli che non credono, penso che tale Sua fama deriverebbe dalla particolare circostanza che Egli sia vissuto ed abbia operato in Ascoli Piceno, che forse può essere ritenuto un territorio con minore pericolosità sismica locale, rispetto a quelli limitrofi, almeno secondo alcuni studi di micro-zonazione.
- I terremoti del 24 Agosto e del 30 Ottobre 2016
Il terremoto che si è avuto il 30 Ottobre scorso - pari a 6,5 gradi della scala Richter - rappresenta un terremoto di magnitudo decisamente elevato per le nostre zone, tale da far ipotizzare sulla scorta dei dati storici che, cessata questa fase sismica, è poco probabile che ne avremmo un altro così forte nei prossimi decenni. Estremamente poco probabile, ma ripeto, non impossibile
Secondo i dati dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia sembrerebbe che quello del 30 Ottobre sia il terzo sisma più forte che si è avuto nella zona dell'Italia centrale dall'anno 1000 ad oggi; i due maggiori pari a 6,7 di magnitudo Richter si sono avuti nel 1703 e hanno devastato L'Aquila, Rieti fino a Camerino.
- Territorio Italiano
Quasi tutto il territorio italiano è sismico con classificazione che va da 1 a 4.
La Zona 1 è caratterizzata da terremoti violenti con accelerazioni al suolo sempre maggiori di 0.25 volte l'accelerazione di gravità, con probabilità di superamento del 10 % ogni 50 anni.
La zona 4 è caratterizzata da terremoti di modesta intensità.
Ascoli Piceno è zona 2, dunque i terremoti sono decisamente forti, ma comunque minori di quelli che si trovano nella zona 1 (ad esempio Serravalle del Chienti, Accumoli, Amatrice, etc.) mentre sono maggiori rispetto a Comuni classificati come zona 3 (ad esempio: San Benedetto del Tronto, Grottammare, etc.).
Il territorio italiano è dunque diviso secondo un reticolo di riferimento (i cui nodi distano meno di 10 km fra loro), per ogni punto del quale è indicata l'intensità probabile del terremoto e con quale ricorrenza temporale (tempo di ritorno) può avvenire.
Il periodo di ritorno codificato dalla norma varia da 30 anni a 2.475 anni, ciò significa che si hanno terremoti di intensità minore con un periodo di ritorno minore e decisamente maggiori per ogni periodo di ritorno maggiore.
Ad esempio se in una zona ogni 30 anni si ha un terremoto con una accelerazione al suolo di circa 0,25 g, nella stessa zona si avrà un terremoto con accelerazione circa doppia ogni 140 anni, circa tripla ogni 475 anni e quasi sei volte maggiore ogni 2.475 anni.
Conoscenza del terremoto e dei danni prodotti sulle costruzioni
Attualmente sappiamo dove avverrà un terremoto, con quale intensità e con quale probabilità, ma non siamo in grado di dire quando avverrà con esattezza (giorno, ora).
Non abbiamo ancora scoperto quelli che si definiscono "precursori" del terremoto, cioè fenomeni fisici, chimici e meccanici in grado di segnalare con un minimo anticipo temporale il momento in cui avverrà un forte terremoto.
Poiché il terremoto è un fenomeno fisico, sono fiducioso che attraverso la ricerca che avviene in tutto il mondo , prima o poi si riuscirà a sapere esattamente dove e quando avverrà una forte scossa.
Sarà quello il momento per una radicale svolta della conoscenza, protezione e sicurezza per le popolazioni.
Intanto dobbiamo "accontentarci" di costruire ed adeguare i nostri edifici in maniera che non subiscano danni gravi in conseguenza dei terremoti che si possono avere nelle diverse zone sismiche.
In tal senso abbiamo raggiunto una conoscenza profonda, tale da garantire la sicurezza delle popolazioni. Abbiamo una normativa tecnica all'avanguardia nel mondo. Purtroppo la normativa è oggi applicata solo per le nuove costruzioni e non per tutte quelle esistenti.
In parole povere se hai una casa costruita da 30 anni, o da 300 anni, o addirittura da 1.000 anni non hai alcun obbligo di valutare la sua integrità strutturale e, se necessario, di adeguarla secondo la normativa tecnica, rendendola sicura dal punto di vista sismico.
Se consideriamo che in Italia, almeno l'85 % del patrimonio edilizio ha più di 30 anni e quindi non ha caratteristiche strutturali certificate per resistere ad un terremoto di forte intensità, ci rendiamo conto dell'entità del fenomeno e dei forti rischi che corriamo.
E' tempo di cambiare dunque.
Progettazione ed esecuzione degli interventi
Giova ricordare che oggi siamo in grado di fare progetti strutturali assolutamente puntuali, molto più di ieri anche con l'ausilio offerto da programmi di calcolo rigorosi.
Ricordiamo infatti che un tempo gli ingegneri dovevano affrontare il calcolo di una struttura manualmente e pertanto dovevano ricorrere a semplificazioni e schemi che allontanavano i risultati dalla verità, che riuscivano a valutare solo in via approssimativa.
Si aggiunga a ciò che allora la Normativa Tecnica antisismica in Italia era in uno stato embrionale, dovuto alla relativa conoscenza del fenomeno sismico e dei suoi riflessi nelle costruzioni.
Ma non è solo il progetto un elemento fondamentale che garantisce la bontà dell'opera; l'altro fattore, anche più importante, è la sua esecuzione; solo un'impresa seria, esperta, non condizionata dal criterio del massimo ribasso, ma messa dal Proprietario nelle condizioni di operare con assoluta tranquillità economica, è in grado di realizzare un adeguamento sismico sicuro della nostra casa.
Il progetto di costruzione o di adeguamento di un edificio esistente è estremamente complesso; non possiamo trattare qui la complessità dell'argomento, neppure in forma semplice. Ci limitiamo ad offrire alcune semplici informazioni e considerazioni.
Per ogni sito, si stabilisce un terremoto di progetto in relazione alla natura del suolo, alla sua topografia, il periodo di ritorno previsto per il terremoto, secondo un fattore di struttura che dipende dalla tipologia e dimensione dell'edificio, alla sua vita nominale (da quella indicata per le opere ordinarie, prevista maggiore di 50 anni, a quella indicata per le grandi opere, prevista per più di 100 anni), nonché al livello di protezione antisismico differenziato in funzione dell'importanza della costruzione (ospedale, caserma, scuola, teatro, edifici ordinari, etc.).
In sostanza un progetto strutturale , dovrà definire:
un severo terremoto atteso secondo un determinato periodo di ritorno, definito sulla scorta della normativa tecnica;
lo schema della struttura;
il calcolo della risposta dell'edificio;
la definizione delle dimensioni strutturali e dei criteri costruttivi.
Le costruzioni in Italia sono prevalentemente formate da:
- Strutture in cemento – armato;
- Strutture in muratura.
In uno stesso luogo, durante un terremoto gli edifici in muratura subiscono sforzi superiori rispetto a quelli con struttura in c.a..
In molti Comuni italiani fino a pochi decenni fa (in Ascoli Piceno, fino al 1984), tutti gli edifici sono stati progettati senza tenere conto dei terremoti che potevano verificarsi.
Ciò perché solo recentemente (nel 1984 il Comune di Ascoli Piceno) sono stati dichiarati "zona sismica";
Pertanto tutti gli edifici fino ad allora costruiti sono stati calcolati, verificati e dimensionati come se fossero sollecitati solo da forze statiche verticali costituite dai soli pesi.
In presenza di sisma subentrano invece forze dinamiche prevalentemente orizzontali che incrementano notevolmente lo stato di tensione delle strutture; l'edificio risponde facendo ricorso ai coefficienti di sicurezza (in genere pari a 3), ma passa dalla fase elastica alla fase plastica e talvolta purtroppo può passare a quella di rottura.
Il problema maggiore per l'edificio c'è quando esso entra in risonanza con il terremoto. Questo accade solo quando il periodo proprio dell'edificio (tempo impiegato dall'edificio a compiere una oscillazione completa) coincide con quella naturale del terremoto. In tale evenienza l'oscillazione dell'edificio aumenta e conseguentemente anche le sollecitazioni che nascono nelle strutture. Se il terremoto dura a lungo, il rischio di crollo è elevato.
In maniera molto approssimativa sappiamo che la coincidenza dei due periodi può avvenire negli edifici a pochi piani. Negli edifici alti, il periodo proprio di questi è molto maggiore di quello naturale del terremoto e dunque il rischio di risonanza è escluso.
Comunque sia, in conseguenza di ogni terremoto le strutture subiscono una deformazione permanente, spesso non percettibile, ma che porta lentamente ad una minore capacità di risposta per gli eventi sismici successivi.
Vulnerabilità sismica di un edificio e sua valutazione
La vulnerabilità sismica di un edificio è definita come la sua predisposizione a subire danni in conseguenza di un terremoto.
Le operazioni necessarie per valutare la vulnerabilità di un edificio esistente, sia esso in muratura che in c.a., consta di diverse fasi :
- Raccolta di tutti i dati e dei documenti disponibili;
- Indagini dirette, possibilmente non distruttive, sull'edificio;
- definizione dello schema strutturale e delle condizioni sismiche locali;
- Verifiche di calcolo condotte anche con l'ausilio di software specifici;
- Documento finale di sintesi, con indicazione delle criticità esistenti, necessario per la successiva elaborazione del Progetto di adeguamento.
Interventi attualmente previsti dalla normativa sugli edifici esistenti
Attualmente la normativa prevede le seguenti diverse tipologie di intervento :
- Adeguamento sismico;
- Miglioramento sismico;
- Interventi locali;
L'Adeguamento sismico è obbligatorio solo per chi intende compiere interventi importanti sull'edificio, quali ad esempio sopraelevare, ampliare, apportare variazioni rilevanti dei carichi, trasformare radicalmente l'organismo edilizio. Consiste nell'adeguare integralmente l'edificio alla normativa tecnica antisismica.
Il Miglioramento sismico è obbligatorio solo se si fanno interventi di modesta entità sulle costruzione, esso ha lo scopo di accrescere la resistenza delle strutture.
La Riparazione e gli interventi locali riguardano parti limitate della struttura e si fanno solo se si decide di fare un parziale intervento sull'edificio, e se vi sono danni locali.
Rischio sismico accettabile
L'attuale normativa prevede che le costruzioni, durante un terremoto forte possano danneggiarsi, ma non crollare.
Infatti la normativa individua quattro livelli di prestazione delle costruzioni in relazione a diverse intensità dei terremoti.
Dal livello più basso di robustezza , previsto in occasione di terremoti a modesta accelerazione, durante i quali le costruzioni non devono subire alcun danno, al livello più alto di robustezza per gli edifici, necessario per sopportare terremoti più severi, durante i quali le costruzioni subiscono danni gravi, ma non collassano.
E' questo un criterio che il legislatore ha assunto perché ritiene ci debba essere un limite entro il quale il rischio sismico rimanga accettabile, in conseguenza di una valutazione complessiva di costi-benefici.
In merito a ciò non sono completamente d'accordo e ritengo che la normativa vada rivista e soprattutto ritengo che sono i proprietari che devono fare la differenza, qualora volessero avere una costruzione più idonea della norma a sopportare il rischio sismico.
- Isolamento sismico
Da un po' di anni anche in Italia si è sviluppata una tecnica che consente di isolare l'edificio dal moto del sottosuolo e di ridurre così drasticamente la trasmissione dell'energia cinetica trasmessa dal sisma all'edificio.
In sostanza ciò avviene mediante dispositivi, apparecchi di appoggio posti in fondazione, in grado di non deformarsi alle azioni verticali costituite dal peso dell'edificio, ma di avere una limitata rigidezza alle azioni orizzontali generate durante il sisma.
Esistono diversi tipi di isolatori, ma il più usato è quello elastomerico; esso è formato da strati alternati di gomma e di acciaio.
Tali dispositivi possono essere usati principalmente nelle nuove costruzioni; hanno un discreto costo e soprattutto hanno la necessità di un controllo e manutenzione costanti durante tutta la vita del fabbricato; al contrario riducono il costo di costruzione della struttura e possono garantire un isolamento dell'edificio dal terremoto.
Ultimamente si cerca di applicarli anche agli edifici esistenti; in tal caso si cerca di proporli per tutti quegli edifici storici, artistici, monumentali, religiosi etc., per i quali l'adeguamento strutturale comporterebbe uno snaturamento della loro originaria architettura.
- Costo per l'adeguamento sismico di un edificio e modalità operative
È impossibile quantificare un costo medio per unità immobiliare.
Esso infatti dipende dalle condizioni strutturali dell'edificio, oltre che dalla zona dove si trova.
Vi può essere il caso dell'edificio che non ha bisogno di adeguamento, in quanto già idoneo, rispetto al caso di un edificio che invece ha bisogno di radicali interventi di consolidamento.
Possiamo solo dire che tutti devono però essere idoneamente valutati, mediante l'analisi degli interventi eventualmente necessari.
Il costo minimo per tutti è dunque il costo necessario per la formazione del "Fascicolo tecnico" e dell'eventuale progetto di adeguamento.
Tale documentazione deve essere estesa all'intero edificio (e non già solo alla singola unità immobiliare) essendo tutta la struttura da analizzare ed eventualmente da adeguare.
In tal senso saranno gli Amministratori di condominio che dovranno farsi parte attiva per determinare la conoscenza della struttura e garantire la loro sicurezza sismica.
Se si vuole comunque un'indicazione di larga massima si può parlare di costo di poche centinaia di Euro per unità immobiliare – nel caso di solo studio e progetto – e molte migliaia di Euro nel caso peggiore di necessità di intervento radicale.
La valutazione delle lesioni e delle deformazioni
a) Lesioni delle Strutture in muratura
L'argomento è estremamente complesso e non può essere affrontato brevemente.
Talvolta infatti ad una lesione capillare dell'intonaco corrispondono lesioni profonde nella muratura sottostante; Viceversa talvolta lesioni e distacchi importanti dell'intonaco non sono connessi con lesioni del muro sottostante, che è completamente integro.
È dunque importante rimuovere l'intonaco per scoprire se la lesione è strutturale, oppure causata da esecuzione non perfetta dell'intonaco stesso.
Quando poi la lesione è strutturale bisognerà comprendere quale è stata la causa che l'ha prodotta per valutare se vi è pericolo e se è necessario un intervento urgente di consolidamento per evitare problemi maggiori. La comprensione della causa talvolta è assai difficile, altre volte semplice.
Molto importante è poi comprendere se la lesione del muro è una lesione recente, o una lesione vecchia; Una lesione vecchia infatti lascia comprendere che la situazione di assestamento strutturale si è risolta e non vi è pericolo urgente ed immediato di intervento.
In genere è semplice riconoscere una lesione recente da una vecchia.
Quando una lesione è recente è buona regola valutare la sua evoluzione nel tempo, ponendo delle spie a cavallo della lesione. Le spie sono in genere degli estensimetri in grado di misurare la lesione; nella progressione della lesione è importante stabilire se essa subisce un incremento sempre maggiore, o sempre minore, o se è nullo.
Le lesioni a croce sulle murature, che si hanno per effetto delle forze di taglio alternato durante il moto orizzontale indotto dal sisma, sono sempre preoccupanti.
Così sono sempre preoccupanti gli spanciamenti dei muri portanti, specie se le murature sono caotiche e/o incoerenti.
In questi casi è necessario intervenire almeno dichiarando inagibile la costruzione e valutando l'opportunità di effettuare interventi di puntellamento immediato per scongiurare il pericolo di crollo con rischio per l'incolumità pubblica.
Si valuteranno poi con tranquillità quali interventi effettuare per ripristinare l'integrità della costruzione, che non può prescindere da uno studio e da una conoscenza approfondita dell'intero edificio per la formulazione di un progetto di adeguamento sismico che abbia nel contempo radici scientifiche e pratiche.
b) Lesioni delle strutture in c.a.
Le lesioni di una struttura in c.a. è sempre da valutare con prudenza.
Vediamo brevemente:
Le lesioni verticali di un pilastro indicano che il pilastro ha subito uno sforzo di compressione nettamente superiore a quello per il quale è stato progettato e realizzato; esiste dunque un pericolo incombente.
Le lesioni orizzontali spesso non sono significative di problemi strutturali del pilastro, che lavora sempre a compressione, o a presso-flessione; Se vi sono lesioni orizzontali che riguardano solo una parte di esso, si può ipotizzare invece che tale parte sia entrata in forte trazione e dunque la situazione presenta qualche rischio;
Se vi sono lesioni inclinate, il problema è grave perché il pilastro ha lesioni indotte dal taglio.
Per quanto riguarda la trave ricordiamo che essa lavora solo a flessione, taglio e talvolta a torsione; dunque una lesione (o più lesioni) perpendicolare all'asse trave, che tende a .spegnersi sulle sue pareti laterali, indica che la stessa ha subito una flessione notevole che ha generato una trazione maggiore di quella prevista dal calcolo e/o dall'esecuzione.
Se la lesione è diagonale, specie vicino ai pilastri, significa che la trave ha subito uno sforzo di taglio notevole.
Spesso le lesioni riguardano i nodi tra trave e pilastro.
Ripeto tutte le lesioni delle strutture devono preoccupare.
- Lesioni dei divisori , dei tamponamenti e delle murature in genere
In un terremoto spesso i tramezzi interni, i tamponamenti esterni e le murature in genere fanno da controvento alle azioni sismiche complanari con questi ; In tal caso non è raro osservare delle lesioni diagonali degli stessi; tali lesioni indicano che durante il sisma il divisorio/tamponamento/muratura ha cercato di opporsi al movimento della struttura, finendo per ricevere una sollecitazione alla quale non aveva alcuna possibilità di resistere.
Tali lesioni si presentano con maggiore probabilità in vicinanza di aperture di porte e finestre
A volte invece i divisori/tamponamenti/murature presentano dei distacchi lineari dalle travi e dai pilastri adiacenti; in tal caso, specie se ortogonali alla direzione del sisma, si può ipotizzare che durante il movimento della struttura, questi si siano distaccati dalla struttura perché non idoneamente "collegati" alla stessa.
Giova peraltro ricordare che avviene spesso, anche in assenza di terremoto, che ci siano delle lesioni di contatto tra divisorio e struttura, in quanto sono materiali aventi diversa natura, magari non elasticamente collegati tra loro.
La lesione preesiste al terremoto e potrebbe essere indice di un naturale assestamento della struttura avvenuto sotto carico, o di un modesto movimento del piano di fondazione. Questo è evidente quando la fessurazione ha variazione alternativa; i fabbricati infatti subiscono le contrazioni e le dilatazioni del terreno di fondazione, se prevalentemente argilloso, alternativamente in estate ed in inverno.
Vi sono poi le lesioni legate alle variazioni di temperatura e di umidità ambientali, particolarmente evidenti sui tamponamenti esterni, specie su quelli esposti a forte variazione di temperatura e di umidità e pioggia.
In tutti questi casi il terremoto non può che aumentare le lesioni già presenti, anche se spesso non chiaramente percepibili e/o percepite dai proprietari, prima del sisma.
Teoria " complottista" sull'origine dei terremoti
In questi ultimi anni è andata crescendo una teoria "complottista", che distingue i terremoti naturali da quelli prodotti dall'uomo.
Più propriamente direi che i terremoti vengono distinti secondo origine e secondo innesco:
- I terremoti che si originano, come abbiamo visto, dalla improvvisa, naturale e spontanea liberazione di energia da una faglia attiva. Sono i terremoti che da sempre si originano nel sottosuolo del nostro pianeta e possono essere strumentali, forti, distruttivi, catastrofici, etc.
- I terremoti che si originano da una improvvisa liberazione di energia da una faglia attiva, avviata artificialmente dall'uomo.
Questa modalità si divide a sua volta in quelle attivazioni accidentali (esempio trivellazioni profonde, etc.) da quelle volontarie (militari, etc.). Anche questi terremoti possono essere strumentali, forti, distruttivi, catastrofici, etc. La violenza dell'energia liberata dipende dall'energia naturale accumulata dalla faglia nel tempo intercorso dal precedente terremoto.
- I terremoti causati artificialmente dall'uomo per scopi scientifici (necessità di investigare il sottosuolo) che non producono danni e che non sono in genere avvertiti dalle popolazioni, trattandosi di terremoti generati da modeste cariche esplosive poste nel sottosuolo, non in grado di attivare nessuna faglia.
Noi non siamo in grado di affrontare questo argomento non avendo conoscenze scientifiche della veridicità di tali affermazioni .
Vero è che ad oggi risultano acclarati solo i terremoti artificiali, generati dall'uomo per ricerche scientifiche, condotte oramai da molti decenni, anche nella nostra penisola;
Personalmente riteniamo che queste ipotesi vadano esaminate senza preconcetti e con serenità di giudizio dalle Comunità scientifiche internazionali, per fare chiarezza e per dare oggettive certezze alle popolazioni.
Conclusioni
E' tempo di cambiare.
Da più parti si invoca l'obbligo per i proprietari di abitazioni di redigere, tenere e aggiornare un "fascicolo tecnico dell'edificio".
Tale fascicolo, costituirebbe di fatto una "Carta d'identità" dell'edificio, descrivendo le caratteristiche strutturali (Vulnerabilità sismica - impiantistiche e non solo) dell'edificio con evidenziate le eventuali carenze e necessità di adeguamento;
L'edificio è, e rimarrà abitabile, solo se il fascicolo tecnico evidenzia uno stato di sicurezza strutturale (ed impiantistico) dello stesso.
Comprendiamo l'importanza di tale fascicolo e la necessità conseguente dell'adeguamento strutturale della nostra case.
È evidente poi che tutto è rimesso alla sensibilità del proprietario, il quale dovrà per obbligo ristrutturare secondo norma, ma volendo anche meglio e più di quanto non imponga la norma stessa. A lui comunque sarà dato un giusto periodo di tempo per adeguare l' edificio ed un equo sostegno pubblico, magari mediante sgravi fiscali. Si tratta di rendere sicuro l'enorme patrimonio edilizio del nostro Paese.
Auspico perciò che le nostre Istituzioni, i nostri Governanti abbiano la forza di normare tutto ciò, ma anche che tutti noi raggiungiamo la consapevolezza di dover agire secondo scienza e coscienza nei prossimi anni, senza indugio.
Abbiamo perso troppi anni evitando di affrontare il problema della prevenzione e ricorrendo solo in fase di emergenza a chiudere la stalla dopo che i buoi erano usciti.
Viviamo in questi ultimi decenni ad una continua e veloce evoluzione della normativa tecnica, ma mai ad una sua radicale applicazione e soprattutto ad una presa di coscienza del problema da parte di noi tutti.
Nei prossimi venti anni dobbiamo affrontare una spesa complessiva di circa 500 miliardi di Euro per rendere sicuro, del punto di vista sismico, il nostro patrimonio edilizio.
Se mai iniziamo, saremo sempre in emergenza.
Leggi anche:
- Terremoto: la sospensione dei termini processuali e rinvii delle udienze
- Terremoto: individuati gli altri 69 comuni che verranno risarciti
Data: 19/12/2016 17:30:00Autore: VV. AA.