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RCA: più alti i risarcimenti, più alti i premi assicurativi?

L'Avv. Gino M.D. Arnone interviene sul tema della presunta proporzionalità diretta che muove dai dati diramati dal Centro Studi ANIA


LIA Law In Action ha il piacere di ospitare sulle sue colonne virtuali uno splendido articolo di Gino M.D. Arnone – Avvocato e Dottore di Ricerca in Diritto Civile e Comparato dello Studio Ambrosio & Commodo, che ho intitolato con la suggestione che apre la seconda frase del lavoro. Ringrazio Gino per l'ambita preferenza.

Più alti i risarcimenti, più alti i premi assicurativi?

Un recente studio GenRe (http://www.genre.com/ a firma del Dott. Vismara) – qui sintetizzato – mette bene in luce il falso mito secondo cui l'elevato costo dei premi assicurativi in Italia sarebbe direttamente proporzionale al costo loss event/claim (e quindi ai risarcimenti liquidati).

Più alti i risarcimenti, più alti i premi assicurativi verrebbe da dire semplificando e imprecisamente suggestionando la platea degli addetti ai lavori che, per lo stesso criterio di proporzionalità diretta, l'abbattimento dei costi legati a loss event/claim genererebbe effetti positivi sugli utenti finali che vedrebbero ridursi il costo complessivo per insurance coverage.

Come noto gli operatori del ramo RCA che rappresentano la deep pocket delle compagnie delle compagnie di assicurazione contestano infatti da anni la presenza di criteri tabellari di compensation relativi a NED – Non Economic Damage (danni non patrimoniali, biologici, morali ed esistenziali) eccessivamente elevati, invitando il Parlamento italiano a dare attuazione all'art. 138 C.d.A. e così a far entrare in vigore le tabelle risarcitorie ministeriali (con una riduzione dei risarcimenti stimabile nell'ordine del 30-40%) quale presupposto per garantire che i premi polizza siano livellati ai ben più economici standard europei.

Dall'altra parte, i plaintiff lawyer italiani e gli operatori del settore che rappresentano la parte claimant (DANNO ALLA PERSONA, GIESSE, ANEIS) hanno sempre contestato la declamata eccessiva onerosità dei risarcimenti, rilevando come i dati forniti dal Centro Studi ANIA non potessero essere il più delle volte considerati un vero e proprio bench marck circa lo stato dell'arte del mercato assicurativo/risarcitorio considerato soprattutto che molte di quelle analisi tralasciavano la per niente trascurabile componente ED – Economic Damage (danni patrimoniali, spese mediche di cura di assistenza generica/specialistica presente e futura) fondamentale nella valutazione completa del costo del sinistro (tralasciando qui i costi esterni, quali costi per spese legali, di consulenza, imposte ecc).

Ebbene lo Studio GenRe in questo senso scioglie molti dubbi e conferma le perplessità circa l'esistenza di risarcimenti fuori controllo nel nostro paese: l'Italia non risarcisce affatto più di altri paesi anzi è vero il contrario, eccezion fatta per i danni da morte (perdita del rapporto parentale) che, però, incidono statisticamente in misura marginale sul totale dei risarcimenti erogati e che incideranno sempre meno per effetto degli obbiettivi programmatici che l'Italia si è data con l'UE, essendosi in questo settore registrata una significativa riduzione del 18% negli ultimi 5 anni di sinistri mortali (abbattimento legato all'adeguamento delle infrastrutture stradali ed al parco auto circolante sempre maggiormente dotato di presidi salvavita).

Ben maggiore è invece la ricorrenza statistica dei sinistri non mortali che cagionano lesioni macro-permanenti (I.P. 10-100%) e rispetto ai quali una valutazione comparativa mostra differenze significative soprattutto se – come sopra accennato – si valuta la sommatoria della componente relativa a danni non patrimoniali (Non Economic) con quella relativa a danni patrimoniali (Economic).

Il Grafico 3 del documento GenRe – ad esempio – prende in considerazione il danneggiato di 41 anni (tetraplegico con paralisi completa di tutti e quattro gli arti) maschio, dipendente con un utile netto annuo di 40.000 euro, coniugato con due figli (6 e 9 anni di età).

Come si vede, sommando le componenti Economic e Non Economic, lo stesso danno è pagato 4,7 Milioni di Euro in Germania, 6,11 in Francia, 3 in Italia, 1,2 in Spagna, 8.29 nel Regno Unito.

Si tratta di una dato aggregato mediante la somma di poste di danno non omogenee (ED + NED) sufficientemente completo e redatto da un operatore qualificato particolarmente affidabile, molto utile per dimostrare come la situazione relativa ai risarcimenti erogati in Italia sia ben differente da quella percepita.

Un dato che dovrebbe indurre una seria riflessione circa la distorsione che il mercato assicurativo italiano presenta in punto elevato costo dei premi polizza.

Data: 29/12/2016 10:30:00
Autore: Law In Action - di P. Storani