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Addio raccomandate dalla P.A.: arriva il domicilio digitale

Il digital team di Palazzo Chigi è a lavoro per revisionare il Codice dell'Amministrazione Digitale


di Lucia Izzo - Potremmo presto dire addio alle raccomandate provenienti dalla Pubblica Amministrazione e vedere il tutto sostituito da tecnologie più moderne.


Come riporta ItaliaOggi, il digital team di Palazzo Chigi è al lavoro per concretizzare una revisione del Codice dell'Amministrazione Digitale (CAD) che introdurrebbe il domicilio digitale per tutti i cittadini, salvo eccezioni specifiche, e, tra l'altro, autorizzerebbe le P.A. ad utilizzare sistemi tecnologici equivalenti a quelli normati per mantenersi smart e aggiornati.

Il Codice è attualmente sottoposto all'analisi del team nominato dal Consiglio dei Ministri, al fine di aggiornare il testo di legge rendendolo attuale, espungendo tutte le norme obsolete o inutili. Lo scopo perseguito è quello di avvicinare l'amministrazione al cittadino tramite le moderne tecnologie consentendo maggiore accessibilità, ampliando l'area della regolamentazione e progettando un "ecosistema normativo sostenibile".

Il c.d. domicilio digitale rappresenta un recapito elettronico (indirizzo email) che il cittadino potrà utilizzare per le comunicazioni con la P.A. aventi valore legale, ossia per leggere e prendere cognizione di tutte le comunicazioni ufficiali da questa provenienti.


Una soluzione che potrebbe sancire l'addio definitivo alle comunicazioni cartacee facendo assurgere le email a valore di certificato. Una realtà per tutti i cittadini, salvo specifiche eccezioni, e non solo per coloro che possiedono una casella di Posta Elettronica Certificata (ossia, attualmente, professionisti, ditte individuali e società).

Il Digital team è al lavoro anche a una piattaforma denominata DAF (Data and analitics framework) destinata a raccogliere e rielaborare tutti i dati riguardanti i cittadini e a creare servizi innovativi per essi. Questo enorme database di informazioni, tuttavia, presentato in occasione dell'incontro promosso dal Garante della Privacy nelgiorno del Privacy Day ("Big data e privacy") ha sollevato dubbi per quanto riguarda la possibilità di una "perdita di democrazia e libertà".

Si rischia, sostanzialmente, che i cittadini vengano identificati, profilati, rielaborati e venduti a vantaggio delle grandi multinazionali; come ha chiarito il presidente dell'Authority Antonello Soro "Il rischio è quello di consegnare a vantaggio di poche multinazionali digitali non soltanto la supremazia economica, ma il potere di conoscere i fenomeni che possono governare e influenzare il nostro sapere".
Data: 02/02/2017 19:20:00
Autore: Lucia Izzo