Bitcoin: si possono pignorare?
- Cos'è il bitcoin
- La natura giuridica dei bitcoin
- Controvalore dei bitcoin
- Chi accetta i bitcoin?
- Bitcoin mining
- Si possono pignorare i bitcoin?
- Trattamento fiscale bitcoin
Cos'è il bitcoin
Il bitcoin è una moneta virtuale, utilizzabile solo nel web. Questa risorsa è stata creata nel 2009 e consente il possesso ed il trasferimento di denaro in modo del tutto anonimo a coloro i quali dispongano di un wallet, ossia di un portafoglio digitale. I bitcoin inoltre possono essere conservati presso terzi la cui funzione non è molto diversa rispetto a quella svolta dagli istituti di credito.
La differenza sostanziale rispetto alle altre valute, oltre alla natura virtuale della moneta, è l'assenza di un ente centrale, sostituito da un database distribuito tra i nodi della rete e che consente di tracciare le transazioni. Tuttavia, proprio questo carattere distintivo, unito alla struttura peer to peer, rende pressoché impossibile a qualunque autorità, anche se governativa, bloccare i trasferimenti o addivenire al sequestro dei bitcoin, laddove non si abbia la materiale disponibilità delle relative chiavi.
Il dlgs n. 231/2007 all'articolo 1, comma 2, lettere qq) definisce la valuta virtuale come "la rappresentazione digitale di valore, non emessa ne' garantita da una banca centrale o da un'autorità pubblica, non necessariamente collegata a una valuta avente corso legale, utilizzata come mezzo di scambio per l'acquisto di beni e servizi o per finalità di investimento e trasferita, archiviata e negoziata elettronicamente."
La natura giuridica dei bitcoin
Controvalore dei bitcoin
Il valore di ciascun bitcoin, normalmente espresso in USD (United States Dollars) è variabile e pertanto molto difficilmente si potrebbe individuare un riferimento stabile.
Chi accetta i bitcoin?
Ad oggi i bitcoin sono sempre più diffusi e tantissimi esercizi commerciali (ristoranti, hotel, B&B, negozi di abbigliamenti, tabacchi, ecc.) dal Nord al Sud Italia, li accettano in pagamento e non solo.
Ci sono anche liberi professionisti che accettano il pagamento della parcella in bitcoin, così come i tassisti.
Per sapere con precisione quali esercizi commerciali di quali città d'Italia accettano i Bitcoin in pagamento basta consultare il sito Quibitcoin.
Bitcoin mining
Uno dei caratteri distintivi della rete bitcoin è che la medesima distribuisce un numero di monete in modo del tutto casuale ai clienti che sono particolarmente attivi nella rete o che contribuiscono alla sua gestione e sicurezza.
Quest'attività è normalmente definita "bitcoin mining" ed è mutuata dal "gold mining" (l'estrazione dell'oro).
Qualche osservatore, in relazione alla problematica del bitcoin mining, ha rilevato che la probabilità che un utente riceva una ricompensa in monete è subordinata alla potenza computazionale che lo stessa è in grado di aggiungere alla rete (in relazione al totale potere computazionale della rete stessa).
Si possono pignorare i bitcoin?
Dopo tutte queste necessarie premesse sui bitcoin, l'aspetto legale di maggior interesse è quello relativo alla possibilità di pignorare questa moneta virtuale e, dunque, di sottoporre le medesime somme ad espropriazione. Giuridicamente nulla osta ad un'eventuale azione esecutiva verso un conto di bitcoin ma, sotto il profilo pratico, non può disconoscersi come l'operazione sia estremamente complicata, rasentando l'impossibilità.
Del resto, come abbiamo visto, l'utente che utilizza i bitcoin dispone di un wallet al quale è associato un codice. Ovviamente l'unico che possiede le informazioni de quibus è il titolare, visto che, come precisato sopra, non esiste un ente centrale né altri soggetti presso i quali poter procedere con un pignoramento presso terzi.
A segnalare questa impossibilità ci ha pensato il Tribunale di Brescia, nel decreto del 18 luglio 2018 in cui, sulla idoneità dei bitcoin di essere bene oggetto di aggressione da parte dei creditori, evidenzia che "risulta parimenti trascurato all'interno della perizia di stima, laddove manca qualunque riferimento alle modalità di esecuzione di un ipotetico pignoramento della criptovaluta oggetto di conferimento, profilo da ritenere decisamente rilevante nella fattispecie, alla luce della notoria esistenza di dispositivi di sicurezza ad elevato contenuto tecnologico che potrebbero, di fatto, renderne impossibile l'espropriazione senza il consenso e la collaborazione spontanea del debitore".
Trattamento fiscale bitcoin
Su questo punto è doveroso ricordare una sentenza che è stata resa dalla Corte di Giustizia dell'Unione Europea il 22.10.2015, la quale ha rilevato che le attività di cambio di bitcoin in moneta tradizionale e viceversa, rientrano a pieno titolo tra le attività esenti dall'applicazione dell'Iva per le transazioni compiute all'interno del territorio europeo (v. Corte di Giustizia, Sez. V, Causa C-2642014, 22 ottobre 2015).
A questa sentenza ha fatto seguito la risoluzione n. 72/E dell'Agenzia delle Entrate del 2 settembre 2016, in cui si è precisato che "In ossequio a quanto affermato dai giudici europei, pertanto, si ritiene che l’attività di intermediazione di valute tradizionali con bitcoin, svolta in modo professionale ed abituale, costituisce una attività rilevante oltre agli effetti dell’Iva anche dell’Ires e dell’Irap".
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Data: 13/01/2023 14:00:00Autore: Daniele Paolanti