Condominio: termovalvole, fino a 2.500 euro di multa per abitazione
Si avvicina la scadenza per inserire i sistemi di termoregolazione del calore fissata al 30 giugno
di Lucia Izzo - I condomini avranno ancora poco tempo per adeguarsi alla normativa sulle termovalvole. Dopo la scadenza, fissata al 30 giugno 2017, per ogni appartamento dello stabile trovato privo degli apparecchi si rischia una multa da 500 a 2.500 euro.
L'obbligo di adeguamento, indicato dalla direttiva europea 2012/27/CE sull'efficienza energetica (recepito in Italia con i decreti 102/2014 e 141/2016), sarebbe dovuto in realtà scattare già dallo scorso primo gennaio. Tuttavia, stante le molteplici pressioni, il decreto Milleproroghe ha rinviato a fine giugno per consentire ai "ritardatari" di mettersi in regola.
Molte associazioni di categoria, infatti, avevano evidenziato le irregolarità ancora presenti in molti condomini, stante anche le difficoltà di cambiare gli apparati nel periodo invernale quando il riscaldamento funziona a pieno regime.
L'installazione
Nessuna scusa, dunque, per i molti ritardatari ancora non in regola. Se per installare le termovalvole è infatti necessario che l'impianto sia scarico di acqua, a partire da marzo e aprile nelle diverse Regioni il risaldamento sarà spento e sarà possibile l'opera di adeguamento.
A partire da tale periodo, dunque potranno essere iniziati i lavori già deliberati in assemblea e la cui impresa sia già stata individuata. Per chi, invece, non ha ancora neppure deliberato gli interventi, meglio affrettarsi per evitare di incorrere in ritardi sanzionabili.
Si rammenta che per l'adozione di sistemi di termoregolazione e contabilizzazione del calore, l'assemblea dovrà deliberare a maggioranza semplice (un terzo dei condomini che rappresentino almeno un terzo del valore dell'edificio). Diverso quorum, invece, ossia la maggioranza dei presenti rappresentati almeno i 500 millesimi, è richiesto laddove si applichi la ripartizione prevista dal decreto 141/2016 in deroga alla norma Uni 10200.
Lo scorso anno, infatti, i ritardi nella gestione della procedura di installazione (ossia nell'approvazione dell'intervento, analisi dei preventivi, individuazione della ditta, etc.) sono stati all'origine della "corsa agli adeguamenti" nei periodo antecedente l'autunno, con ditte specializzate talmente sovraccariche da non poter soddisfare tutte le richieste prima dell'accensione stagionale degli impianti di riscaldamento.
Ispezioni e sanzioni
Per verificare gli adeguamenti sono previsti controlli simili a quelli dedicati all'efficienza energetica delle caldaie. Le ispezioni a campione verranno disposte da Province e Comuni oltre i 40mila abitanti, oppure agli enti da questi delegati.
Ogni anno il manutentore effettuerà il check dell'impianto annualmente, inoltrando poi un apposito "rapporto di controllo" alle Regioni. È presumibile che, stante la tempistica e le modalità di verifica, i controlli partiranno dopo settembre.
In caso di irregolarità o non adeguamento, per ogni unità immobiliare si rischia un'ammenda che va da 500 a 2.500 euro. Le ammende toccano all'ente regionale.
Data: 09/05/2017 18:00:00Autore: Lucia Izzo