Il Codice antimafia è legge, cosa cambia
La Camera ha approvato definitivamente il nuovo Codice Antimafia che introduce più regole e trasparenza. Le novità e il testo approvato
di Lucia Izzo - Confisca rafforzata, maggiori controlli e possibilità d'intervento sulle imprese infiltrate dalla criminalità e sostegno a quelle confiscate meritevoli, procedure più efficaci per i sequestri, misure di prevenzione estese agli indiziati di reati contro la pubblica amministrazione e stalking, conferimento degli incarichi più trasparente.
Si tratta di alcuni dei traguardi che confida di raggiungere il nuovo Codice Antimafia (qui sotto allegato) che, dopo quattro anni di lavoro e numerose tensioni e polemiche, è ormai legge dopo l'approvazione definitiva della Camera con 259 voti a favore, 107 contrari e 28 astenuti.
Per il Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, è una legge molto importante poiché introduce "una spinta significativa alla trasparenza della gestione dei beni confiscati e a superare anche elementi di opacità che hanno caratterizzato la questione negli anni passati, diminuendo molto la discrezionalità".
Nuovi destinatari per le misure di prevenzione: corrotti equiparati a mafiosi
Più ampia la platea dei destinatari delle misure di prevenzione personali e patrimoniali: a queste potranno essere sottoposti anche gli indiziati di stalking, terrorismo, assistenza agli associati a delinquere e particolari gravi delitti contra la P.A. commessi in associazione (tra cui peculato, corruzione propria e impropria, corruzione in atti giudiziari, concussione e induzione indebita a dare o promettere utilità).
Quanto all'applicazione delle misure di prevenzione, sono garantiti procedimenti trasparenti, veloce e garantiti da tempi certi a mezzo di trattazioni prioritarie, rafforzamento delle sezioni competenti, copertura immediata dei vuoti in organico, relazioni periodiche sull'operatività delle sezioni, utilizzo di videoconferenze, immediata decisione sulle questioni di competenza.
Ancora, si prevede di distrettualizzare le misure di prevenzione a mezzo di sezioni o collegi distrettuali specializzati, con il Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo tra i titolari del potere di proporre misure di prevenzione. Il codice stabilisce anche un maggior coordinamento tra le figure dei proponenti misure di prevenzione e la possibilità che, per le indagini patrimoniali, costoro possano accedere al SID, sistema di interscambio flussi dell'agenzia delle Entrate.
Sequestri e confisca più efficaci e rafforzati
La possibilità di sequestro delle partecipazioni sociali "totalitarie" viene estesa a tutti i beni aziendali: del sequestro, in luogo dell'ufficiale giudiziario, se ne dovrà ora occupare la polizia giudiziaria. Ancora, il giudice delegato potrà ordinare lo sgombero dell'immobile occupato sine titulo, ammettendosi anche la possibilità di di concederli in locazione a forze di polizia, forze armate e vigili del fuoco.
Sono estesi i casi di confisca allargata laddove si accerti che il patrimonio dell'autore del reato è sproporzionato rispetto al reddito dichiarato e non sia giustificata la provenienza dei beni. A tal proposito, il condannato non potrà giustificare la legittima provenienza dei beni sul presupposto che il denaro utilizzato per acquistarli sia provento o reimpiego dell'evasione fiscale.
In caso il Tribunale non applichi la confisca, potrà aversi amministrazione giudiziaria e controllo giudiziario. Ancora, si amplia l'ambito di applicazione di sequestro e confisca per equivalenti, mentre è prevista la confisca allargata obbligatoria per ecoreati, autoriciclaggio e in caso di amnistia, prescrizione o morte di chi l'ha subita. Laddove la confisca venga revocata, la restituzione del bene avverrà per equivalente se nel frattempo questo sia stato destinato a finalità di interesse pubblico.
Amministrazione giudiziaria e controllo per le imprese a rischio infiltrazione
Il provvedimento prevede che l'amministrazione giudiziaria dei beni connessi ad attività economiche e delle aziende sia possibile anche in caso sussistano indizi sufficienti per ritenere che il libero esercizio di determinate attività economiche sia direttamente o indirettamente sottoposto alle condizioni di intimidazione o di assoggettamento (ex art. 416-bis c.p.) o possa comunque agevolare l'attività di persone colpite da una misura di prevenzione patrimoniale o che abbiano comunque in corso un procedimento penale per taluni delitti di magia o gravi reati contro la P.A.
Ancora, raddoppia la durata della misura con possibilità di proroga per massimo due anni: alla scadenza sarà possibile revocarla o trasformarla in controllo giudiziario che rappresenta un nuovo istituto da applicare laddove sussistano circostanze di fatto da cui si possa desumere il pericolo concreto di infiltrazioni mafiose idonee a condizionarne l'attività.
Il controllo giudiziario potrà essere disposto d'ufficio o richiesto volontariamente dalle imprese destinatarie di informazione antimafia interdittiva che abbiano proposto l'impugnazione del relativo provvedimento. Il controllo verrà adottato dal Tribunale per un periodo non inferiore a un anno e non superiore a tre anni e, una volta disposto, sospende gli effetti dell'interdittiva.
Trasparenza negli incarichi agli amministratori giudiziari e stop a parentopoli
Gli amministratori giudiziari dovranno essere scelti tra gli iscritti nell'Albo nazionale degli amministratori giudiziari secondo criteri di trasparenza che assicurano la rotazione degli incarichi, tenuto conto della natura e dell'entità dei beni in stato di sequestro, delle caratteristiche dell'attività aziendale da proseguire e delle specifiche competenze connesse alla gestione.
Il Ministero della Giustizia individuerà i criteri di nomina di amministratori e coauditori che tengano conto, tra l'altro, del numero degli incarichi aziendali in corso (non superiori a 3), della natura monocratica o collegiale dell'incarico, della tipologia e del valore dei compendi da amministrare.
In caso di aziende sequestrate (ex art. 255 s.s. del codice civile), l'amministratore giudiziario è scelto nella sezione di esperti in gestione aziendale dell'Albo nazionale. Se la gestione si manifesta particolarmente complessa, possono essere nominati dal Tribunale più amministratori giudiziari, oppure, nei sequestri di aziende di particolare interesse socio-economico, esperti iscritti all'Albo indicati da Invitalia SPA tra i suoi dipendenti.
Il Governo sarà inoltre delegato ad adottare un decreto legislativo in cui disciplinare le incompatibilità relative agli uffici di amministratore giudiziario e di coadiutore, nonché di curatore nelle procedure fallimentari e figure affini delle altre procedure concorsuali: in particolare, prevedendo l'incompatibilità per rapporti di parentela, affinità, convivenza e, comunque, assidua frequentazione con magistrati addetti all'ufficio giudiziario al quale appartiene il magistrato che conferisce l'incarico.
Autore: Lucia Izzo